Se José Mourinho ha un motivo per sorridere, dopo questa domenica, e dopo la clamorosa eliminazione in Champions, il motivo l’ha trovato non tanto oggi ma ieri. L’1-1 col Southampton consente infatti ai Blues di guadagnare un punto sui rivali del City, caduti ieri a Burnley 0-1 dopo una partitaccia davvero incolore, per mano di Boyd al 61’.
Un fendente che fa scricchiolare le certezze dei Citizens e ancor più Pellegrini, che ora dovrà aggrapparsi alla sfida stellare di mercoledì al Camp Nou col Barcellona per risollevare una stagione che rischia di concludersi male.
Il Chelsea non approfitta appieno dello scivolone City, ma comunque mette in cascina un altro punto di vantaggio, che gli vale ora il +6 in classifica (con una gara ancora da recuperare). Alla fine tutto sommato è un punto guadagnato, perché i Saints di Rambo Koeman sfiorano almeno due volte il 2-1, evitato da altrettanti interventi decisivi di Courtois.
I gol portano la firma di Diego Costa, di testa su assist di Ivanovic (18esimo gol in Premier per l’attaccante ispano-brasiliano), e di Tadic su rigore poco dopo per un fallo su Mané.
Non sortisce effetto il forcing finale del Chelsea, e Abramovich in panchina resta con un ghigno quantomeno perplesso: la sua squadra, a Stamford Bridge, non vince in campionato dall’11 febbraio, 1-0 sull’Everton. È ancora fresca la mazzata Champions.
Al terzo posto ora, e ad appena un punto dal Manchester City, c’è sempre più l’Arsenal di Arsene Wenger che, in attesa di tramutare in remontada il vacillante cammino Champions (martedì c’è il ritorno a Monaco, dopo l’1-3 francese dell’andata), ne spara 3 nella porta del West Ham: 3-0 nell’ennesimo derby di Londra.
I tre gol, uno più bello dell’altro al termine di azioni corali tessute con vari tocchi di prima, sono di Giroud al 46’ pt, Ramsey all’81’ e Flamini all’84’.
Vince e convince anche l’altro Manchester, lo United, che in uno dei posticipi di giornata manda al tappeto il Tottenham con un secco 3-0: i ganci sono firmati da Fellaini (9’), Carrick (19’) e Rooney (34’).
Quest’ultimo esulta in modo quantomeno singolare, fintando due colpi di boxe sulla bandierina e cadendo all’indietro: parodia di un video che sta circolando da ieri mattina, che lo vede stramazzare al suolo durante un incontro di boxe casalingo con un suo amico. Il solito birboncello, insomma.
A Sunderland invece non hanno per niente voglia di scherzare: lo 0-4 interno incassato contro l’Aston Villa, doppiette di Benteké (16’ e 44’) e Agbonlahor (18’ e 37’), fa scattare alla fine del primo tempo una contestazione pesante. Il pubblico dei Black Cats s’infuria con l’allenatore Gustavo Poyet, invocandone l’esonero, e qualche spettatore cerca addirittura di scavalcare gli steward per farsi giustizia da sé. Scene di straordinaria pazzia.
Nell’altro posticipo odierno, c’è un altro 3-0 firmato stavolta dall’Everton: il tris di McCarthy (20’), Lukaku su rigore (56’) e Barkley (93’) abbatte il Newcastle, in dieci dal 54’ per l’espulsione di Coloccini.
Tra le altre sfide, si registra in coda il successo importante del WBA di Tony Pulis, che supera 1-0 la sua ex squadra, lo Stoke City, con una rete di Ideye (19’).
Il Cristal Palace, dove è imminente il cambio di proprietà, dà una lezione al QPR: 3-1. Segnano Zaha al 21’, McArthur al 40’ e Ward al 42’. Per il QPR, alla tredicesima batosta in 14 trasferte, gol inutile di Phillips all’83’.
Il Leicester viene fermato dall’Hull, in 10 dal 72’ per l’espulsione di Huddlestone: lo 0-0 serve ben poco ai Wolves, che non vincono da 7 gare.
Domani si chiude col Monday Night tra Swansea e Liverpool.