Sei Nazioni

Sei Nazioni, Italrugby sommersa dal Galles

Si conclude con un’altra disfatta il Sei nazioni 2015 della nostra nazionale. L’Italrugby di Jacques Brunel, infatti, saluta la manifestazione con un perentorio 20-61 subito allo Stadio Olimpico di Roma dal Galles.

Si sperava che i nostri quindici leoni potessero rialzare la china dopo l’umiliazione subita dalla Francia appena una settimana fa. Ma, a quanto pare, ancora una volta dobbiamo accontentarci di un discreto inizio e di tanta buona volontà, poco sufficienti per impensierire i più forti avversari.

Passa in vantaggio l’Italia dopo soli tre minuti per un fallo gallese: Kelly Haimona concretizza il calcio di punizione ed è 3-0. Si apre sotto buoni auspici, dunque, il match, che rimane equilibrato per metà gara. Dopo una serie di calci piazzati, la prima meta è britannica, con Roberts che realizza il momentaneo 6-11, seguita però, dopo pochi minuti, dalla meta di Giovanbattista Venditti che, con la trasformazione di Luciano Orquera, ci porta sul 13-11. Il primo tempo si conclude con un nuovo piazzato gallese (firmato da Biggar): 13-14.

Sembra di assistere ad un’altra partita  nel secondo tempo, quando i nostri avversari prendono in mano l’iniziativa e non lasciano scampo alla nostra difesa. D’ora in poi diventa un tiro a bersaglio contro una nazionale che dimostra di non averne più. E’ un Galles travolgente, che realizza mete e calci piazzati e concede un’unica, ultima meta a Leonardo Sarto per un poco edificante 20-61.

Si conclude, dunque, nel modo peggiore quest’edizione del Sei Nazioni: l’Italia è riuscita ad evitare il cucchiaio di legno, è vero – in virtù dell’unica affermazione contro la Scozia – ma ciò non può bastare ad una nazionale che di anno in anno è in attesa del definitivo salto di qualità, quel salto che viene periodicamente rimandato a data da destinarsi.

Mentre il Galles è in lizza per conquistare i Championships, a noi non resta che salutare l’ultima partita nel Sei Nazioni di Mauro Bergamasco, una colonna della nostra Italrugby. Sono passati ben quindici anni da quando debuttò nel 2000; quindici anni che gli hanno permesso di diventare il più longevo rugbista della storia del torneo.

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