I tifosi biancocelesti possono sognare: una Lazio così non si vedeva dai tempi dello scudetto del 2000. Quella Lazio, con Goran Eriksson in panchina e una marea di campioni in campo, incantò l’Italia e l’Europa, impressionando anche un mostro sacro come Alex Ferguson, che col suo United la incontrò in occasione della Supercoppa Europea ‘99, vinta dai romani 0-1.
Sono passati quasi 16 anni, da allora, e la Lazio è tornata grande. Merito di una straordinaria stagione condotta con numeri arrembanti: sabato con il Cagliari è arrivata la settima vittoria consecutiva, ad appena tre lunghezze dal record dell’annata 1998-99. La squadra di Stefano Pioli però ha dimostrato di saper dare continuità ai suoi risultati, e si appresta ora ad affrontare l’Empoli domenica col morale a mille.
Guardare per credere a quanto successo la scorsa notte a Formello, dove la squadra tornata vittoriosa da Napoli e con la qualificazione alla finale di Coppa Italia in tasca è stata accolta trionfalmente da più di 2000 tifosi letteralmente impazziti: entusiasmo alle stelle e slogan per tutti quanti, da mister Pioli ai giocatori osannati uno per uno.
I biancocelesti sono cresciuti man mano nel corso della stagione e possono ora contare su una solidità di gruppo e su un carattere ormai plasmato. Tante le frecce a disposizione nella faretra dei capitolini: dall’eterno Miroslav Klose, che ha saputo pazientare e cogliere l’occasione dopo l’infortunio di Djordjevic, a capitan Stefano Mauri, bandiera di tutta la squadra, l’elenco sarebbe molto lungo.
Tutti i nuovi, dal duo di centrali difensivi Mauricio-De Vrij fino a Basta e Parolo, si sono integrati alla grande nella mentalità Lazio. Marchetti sembra tornato il portiere prestante di qualche stagione fa. Il giovane Cataldi si è ben inserito e si candida a essere uno dei migliori centrocampisti dei prossimi anni.
È esploso finalmente con tutta la sua veemenza il talento straordinario di Felipe Anderson, l’anno scorso oggetto misterioso e quest’anno eccezionale interprete della fascia; Antonio Candreva è sempre sul pezzo, e ogni tanto ha regalato perle degne di un grande giocatore.
E poi, c’è il re di Coppe: quel Senad Lulic che ogni volta in Coppa Italia si esalta. Due anni fa, il 26 maggio 2013, segnò il gol decisivo nel sentitissimo derby con la Roma; ieri è entrato e in dieci minuti ha sconvolto la partita, indirizzando la qualificazione verso la sua Lazio.
Insomma, Stefano Pioli ha di che sorridere: dopo tanta gavetta nelle piccole squadre, con umiltà e lavoro il tecnico parmigiano ha trovato la quadratura del cerchio nella sua carriera, ed è pronto ad andare avanti, sperando di poter allungare presto il contratto che lo lega alla società SS Lazio.
La clausola prevista nel contratto, che valeva una sola stagione per scelta dell’allenatore, parlava di rinnovo automatico in caso di qualificazione alle coppe europee. E la Lazio all’Europa è molto più che vicina.
La Roma è distante appena un punto in campionato, e il calendario fino a maggio pende dalla parte dei biancocelesti; la finale di Coppa Italia del 7 giugno contro la Juventus sarà giocata all’Olimpico di Roma, con tutti i favori dell’ambiente.
E la Lazio da ieri ha pure la quasi certezza di poter giocare la Supercoppa italiana a Pechino, l’8 agosto. La condizione è che la Juve divenga campione d’Italia: probabilità tutt’altro che remota. La rotta per la Lazio di Pioli è segnata, il calendario è scandito. E i tifosi hanno tutto il diritto di sognare.