6-1. Come un set di tennis. Il Bayern Monaco di Guardiola vince e convince alla grande, schiantando il malcapitato Porto, che pure una settimana fa aveva sorpreso tutti, tedeschi compresi, vincendo in casa 3-1.
Ieri l’andamento è stato pressoché opposto: davanti a un’Allianz Arena piena come un uovo, Guardiola ha smentito – e zittito – tutti i critici e ha trionfato. Dall’incubo portoghese a una prestazione da sogno: nonostante mancassero i vari Alaba, Javi Martinez, Scweinsteiger, Ribery e Robben il rullo tedesco ha insaccato 5 gol in un solo tempo, i primi tre in appena un quarto d’ora.
Uno strapotere imbarazzante da arginare, per i lusitani di Lopetegui, che pure erano arrivati in Germania con il sogno – e che sogno – di sgambettare una delle squadre più forti del pianeta e arrivare clamorosamente in semifinale.
Niente da fare: il Porto s’è sciolto come neve al sole già dopo il gol di Thiago Alcantara, il secondo consecutivo dopo quello dell’andata, e i biancoblù sono andati in bambola, complice anche la serata da tregenda dell’impacciato portiere Fabiano.
Vedere per credere l’azione del secondo gol di Lewandowski, che ha stoppato la palla indisturbato al centro dell’area e altrettanto indisturbato ha preso la mira e infilato la palla in buca.
Bello anche il primo gol del polacco: cross di Lahm da destra, appoggio splendido di Muller e l’ex Dortmund a infilare di testa. Tutto troppo facile, per i panzer tedeschi, specialisti in goleade: dopo il memorabile 1-7 in casa della Roma e il 7-0 degli ottavi contro lo Shakhtar Donetsk, la squadra di Guardiola – maestro in manite, vedasi Barca-Real di qualche anno fa, si è ripetuta.
I numeri sono letteralmente imbarazzanti da commentare. In questa edizione della Champions il carrarmato rossoblù ha un ruolino di marcia impressionante: 7 vittorie, 19 reti segnate e appena una subita nelle gare casalinghe. L’Allianz è una fortezza inespugnabile.
Normale quindi che a fine gara Neuer e co. si siano fermati sotto la curva del tifo più caldo, per ringraziare i tifosi e intonare con loro canti di vittoria. Muller col megafono in mano sembrava il condottiero di un reparto militare speciale: le urla nella notte di Monaco hanno caricato ancor di più un ambiente da sempre abituato a vincere stritolando gli avversari. Con Pep in panchina, tutto sembra più facile.