Quando il gioco si fa duro, Real e Atletico cominciano a giocare. Ogni volta succede così. L’ottavo derby della stagione tra le due squadre madrilene, valido per il ritorno dei quarti di Champions, è stata una partita a scacchi, fatta di pazienza e ostinazione blanca e di barricate colchonere.
Alla fine, l’ha spuntata la squadra di Ancelotti col minimo scarto: 1-0. È l’unico derby che il Real ha vinto quest’anno, ma è quello più importante, quello che proietta la Casa Blanca alla quinta semifinale consecutiva in Champions.
Stesso risultato complessivo della Juve. Il Real passa con un solo, soffertissimo gol. Ma mentre la Signora aveva fatto bottino pieno all’andata, ai blancos sono serviti 177’ – o poco più – per avere ragione di un Atletico Madrid coriaceo, tosto, tutto rintanato in difesa e pronto a ripartire in contropiede.
Centosettantasette minuti interminabili minuti tra andata e ritorno, in cui le merengues hanno dominato il campo in lungo e in largo, assaltando in continuazione il proverbiale “autobus” piazzato da Diego Simeone davanti alla porta di un ancora una volta straordinario Oblak, miracoloso in almeno un paio di occasioni.
E invece, il gol del Chicharito Hernandez all’87’ ha regalato la semifinale ai blancos. Il Cholo è andato ancora k.o. a una manciata di minuti dalla fine. L’anno scorso a Lisbona ci pensò Sergio Ramos, pareggiando una partita su cui già scorrevano i titoli di coda di colore biancorosso.
Quest’anno il dejavù s’è ripetuto. Merito dell’attaccante messicano ex United, al sesto centro stagionale. Forse il gol più pesante della sua carriera: innanzitutto perché ha interrotto un digiuno personale Champions lunghissimo, che durava da ben 785 giorni, più di due anni; e poi perché ha premiato una partita in cui il messicano ci ha provato in tutti i modi, trovando davanti a sé un Oblak insuperabile.
E al Real mancavano pure Marcelo, Modric, Bale e Benzema: vincere senza di loro è un ulteriore prova di forza di una squadra già galactica di suo, con un giocatore che in realtà è un alieno: Cristiano Ronaldo, mister 50 gol in 46 partite stagionali.
Ora i blancos sognano di ripetere la scalata dello scorso anno. Magari passando attraverso il Bayern Monaco, annichilito 0-4 a domicilio dodici mesi fa. O magari, con la Juve che proprio 12 anni fa, nell’ultima semifinale disputata dai bianconeri, schiaffeggiò il Madrid con Trezeguet, Del Piero e Nedved. O perché no, in un bel derby tutto garra y sangre con l’odiato Barcellona.