Il Teramo è la seconda squadra della Lega Pro, dopo la Salernitana, a staccare il pass per la prossima edizione della Serie B. Per gli abruzzesi è la prima volta in assoluto in B, in 102 anni di gloriosa storia passata tra serie D e serie C.
E così, dopo la favola Carpi volato in Serie A, la cadetteria si appresta ad accogliere un’altra matricola: sempre biancorossa.
La squadra abruzzese, che si chiama precisamente Teramo 1913, ha ottenuto la promozione grazie alla vittoria 0-2 sul campo del Savona, ottenuta davanti a circa 1000 tifosi bianconeri impazziti di gioia e grazie ai gol firmati da Di Paoloantonio, teramano doc, e Gianluca Lapadula, su assist di Alfredo Donnarumma.
Proprio questi ultimi due, entrambi attaccanti, sono stati i protagonisti della cavalcata trionfale del Teramo verso la Serie B: 21 gol a testa e coppia più prolifica del calcio professionistico italiano.
La formazione del tecnico Vincenzo Vivarini e del presidente Luciano Campitelli (imprenditore dolciario) corona così il sogno del salto nella serie superiore con una giornata di anticipo, visto che sono 4 i punti di vantaggio dall’Ascoli secondo, che sabato scenderà proprio al Gaetano Bonolis di Teramo che sarà vestito a testa.
In città è stato un fine settimana di deliri e festeggiamenti, da piazza Sant’Anna al centro città, con caroselli di auto e migliaia di tifosi per le strade. La squadra alle 3 di domenica mattina è arrivata a Teramo, accolta da più di 4 mila persone tra piazza San Francesco, corso Cerulli e piazza Martiri della Libertà.
Ieri mattina anche Simone Pepe, centrocampista della Juventus fresco campione d’Italia e a Teramo dal 2002 al 2003, ha voluto rendere omaggio all’impresa biancorossa.
E così, dopo L’Aquila nel 1934, Pescara nel 1941, Castel di Sangro nel 1996 e Lanciano nel 2012, il Teramo diventa la quinta squadra abruzzese ad approdare in Serie B.
Una promozione straordinaria, quella di capitan Speranza e compagni, arrivata senza alcun favore del pronostico e al cospetto di squadre certamente più blasonate, dalle confinanti – e acerrime rivali – L’Aquila e Ascoli al Pisa, dalla Reggiana all’Ancona.
Una grandissima soddisfazione, per una città di quasi 55 mila abitanti sospesa tra le propaggini del Gran Sasso d’Italia e il mar Adriatico che da sabato è entrata nel novero della geografia del calcio italico.