Due gol in tre minuti: tanto è bastato a Lionel Messi per affossare il Bayern nella semifinale Champions e dare al Barca la quasi certezza della finale.
Due gol da fenomeno, di sinistro all’angolino e di destro con cucchiaio, che consacrano ancora di più la Pulce tra i grandi del calcio di tutti i tempi.
Del fuoriclasse argentino si è detto tutto e il contrario di tutto: il dualismo con l’altro mostro del pallone contemporaneo, Cristiano Ronaldo, resterà inossidato ancora per tanti anni; le critiche di chi gli additano di essere uno non decisivo con la sua nazionale, la Seleccion argentina, con cui non è riuscito finora a vincere un Mondiale resteranno pure esse finché non sarà Messi a smentirle.
Ma nel frattempo il fenomeno di Rosario e il suo Barca hanno già un piede e mezzo in finale di Champions: il 3-0 contro il Bayern vale come una doppia sentenza, e non solo per il risultato finale frutto della doppietta della Pulce e del gol sullo scadere di Neymar.
Il tris calato è anche un sonoro schiaffo rifilato a colui che fu l’artefice della crescita internazionale dei blaugrana: quel Pep Guardiola nato e cresciuto in Catalogna e vincitore di quattordici tornei col Barca, di cui due Coppe Campioni.
L’allenatore del Bayern ha provato pure a imbottire il centrocampo, lasciando dietro la difesa a 3 a reggere l’urto di Messi e premiata ditta. Mai scelta fu più peregrina: la difesa tedesca ha ballato paurosamente nei primi 20 minuti, e si è poi afflosciata sul finale, concludendo infilata per ben tre volte.
Messi insomma ha trovato il modo peggiore, insomma, per “ringraziare” il suo ex tecnico, che tanto ha contribuito a farlo diventare quel che ora: un autentico extraterrestre dei rettangoli di gioco.
A fine stagione mancano diverse partite, eppure l’argentino ha segnato già 51 gol in 50 partite. Numeri che si commentano da sé: 10 gol segnati in Champions in 11 presenze, 40 nei 35 match di Liga finora giocati.
La sentenza resta netta e distinta: Messi non si ferma, è un alieno. E Juventus e Real, che si giocheranno l’altra semifinale, sanno già a cosa rischiano di andare incontro in finale…
Due gol in tre minuti: tanto è bastato a Lionel Messi per affossare il Bayern nella semifinale Champions. Due gol da fenomeno, di sinistro all’angolino e di destro con cucchiaio, che consacrano ancora di più la Pulce tra i grandi del calcio di tutti i tempi.
Del fuoriclasse argentino si è detto tutto e il contrario di tutto: il dualismo con l’altro mostro del pallone contemporaneo, Cristiano Ronaldo, resterà inossidato ancora per tanti anni; le critiche di chi gli additano di essere uno non decisivo con la sua nazionale, la Seleccion argentina, con cui non è riuscito finora a vincere un Mondiale resteranno pure esse finché non sarà Messi a smentirle.
Ma nel frattempo il fenomeno di Rosario e il suo Barca hanno già un piede e mezzo in finale di Champions: il 3-0 contro il Bayern vale come una doppia sentenza, e non solo per il risultato finale frutto della doppietta della Pulce e del gol sullo scadere di Neymar.
Il tris calato è anche un sonoro schiaffo rifilato a colui che fu l’artefice della crescita internazionale dei blaugrana: quel Pep Guardiola nato e cresciuto in Catalogna e vincitore di quattordici tornei col Barca, di cui due Coppe Campioni.
L’allenatore del Bayern ha provato pure a imbottire il centrocampo, lasciando dietro la difesa a 3 a reggere l’urto di Messi e premiata ditta. Mai scelta fu più peregrina: la difesa tedesca ha ballato paurosamente nei primi 20 minuti, e si è poi afflosciata sul finale, concludendo infilata per ben tre volte.
Messi insomma ha trovato il modo peggiore, insomma, per “ringraziare” il suo ex tecnico, che tanto ha contribuito a farlo diventare quel che ora: un autentico extraterrestre dei rettangoli di gioco.
A fine stagione mancano diverse partite, eppure l’argentino ha segnato già 51 gol in 50 partite. Numeri che si commentano da sé: 10 gol segnati in Champions in 11 presenze, 40 nei 35 match di Liga finora giocati.
La sentenza resta netta e distinta: Messi non si ferma, è un alieno. E Juventus e Real, che si giocheranno l’altra semifinale, sanno già a cosa rischiano di andare incontro in finale…