Real-Juventus

Champions: capolavoro Juventus, si va a Berlino!

Roba da non credere. Ma credeteci, è tutto vero: la Juventus torna in finale di Champions, dopo l’1-1 col Real Madrid al Bernabeu, ed è un ritorno dolcissimo oltre che meritato.

A inizio stagione nessuno avrebbe scommesso neppure un euro sui bianconeri finalisti di Champions. Ora invece, dopo l’1-1 col Real al Bernabeu, anche i tifosi più scettici si sono ricreduti: la Signora andrà davvero a Berlino, a giocarsi la Coppa dalle grandi orecchie contro i ‘mostri’ del Barcellona.

È presto ora per fare pronostici – ovviamente il Barca parte favorito, su questo non c’è alcun dubbio – ma intanto la truppa Allegri si gode il momento stratosferico.

Appunto, Max Allegri: l’abile condottiero della Signora, vincente anche in Europa oltre che in Italia col quarto scudetto di fila.

Uno che a inizio stagione fu accolto a Vinovo con lanci di pomodori, e che con sguardo sornione e profilo basso si è messo a lavorare sodo.

Non solo il tecnico livornese si è seduto al tavolo da 100 euro (e di fronte c’erano, tra gli altri, clienti pagati pure 100 milioni…) con una banconota da 10, ma ha mangiato con i suoi giocatori tutte le portate che c’erano, e ora è arrivato al momento del dessert.

Un momento magico e dolcissimo, come dolce sarà – in ogni caso – questo finale di stagione: con lo scudetto già in bacheca, una Coppa Italia da conquistare e anticipata per l’occasione al prossimo mercoledì 20 maggio, e soprattutto quella Coppa lì, che mette i brividi solo a pensarla e che fa venire le traveggole a ricordare dov’era la Juve 9 stagioni fa.

Resuscitata dall’inferno di Calciopoli e della B, capitanata da un Buffon sempre più club symbol, rappresentata da un gruppo granitico, entusiasta, laborioso (i nomi li conosciamo uno per uno) e condotta in campo da un tandem d’attacco ottimamente assortito: la grinta dell’Apache Tevez – mattatore di stagione con 29 reti finora – e la spregiudicatezza giovanile di un talento puro come Alvaro Morata.

Proprio lui, il “canterano” del Real Madrid, ha affossato le merengues con un gol di prepotenza, mostrando ancora una volta la freschezza e il piglio del predestinato. È uscito tra i fischi del Bernabeu intero, e c’è rimasto male: cosa si aspettava, però, dopo aver dato un enorme dispiacere a chi l’ha cresciuto?

Morata ha trovato il modo migliore per farsi rimpiangere e architettare la sua vendetta perfetta: segnare, alla sua maniera; giocare, alla sua maniera. Affossati in un sol colpo CR7, Casillas, Sergio Ramos e tutta la compagnia che fino all’anno scorso condivideva con lui lo spogliatoio.

Ora Alvaro gioca da un’altra parte, gioca a Torino, ed è in finale Champions con la Juventus. Che forse potrebbe diventare la sua casa per tanto tempo.

Così come in tanti sperano che possa restarla per l’altro giovane rampante della Signora, quel Paul Pogba che è tornato da un infortunio lungo due mesi e che ha smentito tutto e tutti giocando la solita partita di sostanza, tecnica e classe. Non la sua migliore, ma certamente una delle più importanti.

La Juventus si gode la festa, torna in finale dopo 12 anni. Ma la testa va come nei sogni più belli a un altro obiettivo affascinante e straordinario: c’è da centrare un triplete difficilissimo che avrebbe dell’incredibile, dopo una stagione esaltante che ha restituito il fascino e la gloria bianconera alla platea continentale.

Intanto, la Juve è a Berlino. Quel motto “fino alla fine” coniato qualche anno fa dai tifosi della Juventus, e declinato per l’occasione “fino alla finale” ha portato bene. Ora, piedi a terra e concentrazione. Aspettando il 7 giugno.

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