Mai parlare di giornata di transizione al Giro d’Italia 2015. Quella che doveva essere, sulla carta, la tappa altimetricamente più facile dell’intera corsa, la Montecchio Maggiore – Jesolo, si è rivelata portatrice di grandi sorprese. A festeggiare sul traguardo della nota località balneare è Sacha Modolo, che coglie il primo successo al Giro d’Italia. Ma una caduta ai meno 4 km mette fuorigioco Alberto Contador e permette a Fabio Aru di vestire la maglia rosa.
Si diceva tappa più semplice. Beh, a creare scompiglio non è stata, infatti, la fuga facilmente neutralizzata dal gruppo, ma ancora una volta una caduta, che rende incertissimo il finale di tappa. Tutto avviene quando al traguardo mancano meno di quattro chilometri: ad innescare l’effetto domino è stato Eugenio Alafaci (Trek), che finisce a terra portando con sé anche altri corridori, tra cui i big Alberto Contador (Tinkoff-Saxo) e Richie Porte (Team Sky). La maglia rosa riesce subito a ripartire grazie al prezioso aiuto del fido Matteo Tosatto, che gli passa la bicicletta, ma arriva sul traguardo attardato.
Traguardo che vede primeggiare Sacha Modolo (lampre-Merida), il quale, dopo alcuni tentativi andati a vuoto, riesce a cogliere il prestigiosissimo successo grazie al grande lavoro dei suoi compagni Max Richeze e Roberto Ferrari e alla potenza del suo sprint. Piazzati alle sue spalle Giacomo Nizzolo (Trek) ed Elia Viviani (Team Sky).
Fabio Aru arriva col gruppo dei primi e riesce a strappare la maglia di leader della generale a Contador, giunto dopo 39″. Il distacco tra i due in classifica, alla vigilia della temuta cronometro di Treviso, è di 19″ a favore del sardo. Nel gruppo dei migliori anche Rigoberto Uran (Etixx-QuickStep), mentre è ancor più attardato dall’iberico Richie Porte, che ora in classifica ha un pesante ritardo di oltre 5 minuti da Aru.
La felicità di Sacha Modolo è tutta nel suo volto e nelle sue parole: “Finalmente ho vinto una tappa! – esulta orgoglioso – Il mio grandissimo compagno di squadra e amico Max Richeze mi ha tirato la volata perfetta ed io ho coronato il lavoro di squadra“. Raccontando che “a Fiuggi ero deluso con me stesso”, mentre “a Forlì è arrivata la fuga e non ho potuto fare la volata, era destino che vincessi nella tappa di casa“. “Una vittoria indimenticabile“, conclude il trevigiano che domani passerà proprio davanti alle strade di casa. Un Giro splendido finora quello della Lampre-Merida, già al terzo centro dopo quelli di Jan Polanc sull’Abetone e di Diego Ulissi a Fiuggi.
Parla di “tappa durissima” la nuova maglia rosa Fabio Aru, per il quale ha pagato la scelta di stare sempre davanti per evitare qualsiasi tipo di rischio. “Ora penso solo a domani. Sarà una tappa importantissima. Darò tutto, ma il Giro finisce domenica prossima a Milano”, conclude il primo sardo della storia ad indossare il simbolo del primato.