GP Monaco Montecarlo

Formula 1, GP Monaco: alla fine vince Rosberg, furia Hamilton. 2° Vettel

È stato un Gran Premio thriller, quello di Formula 1 corso ieri a Montecarlo. Alla fine si è imposto Nico Rosberg su Mercedes, ma le modalità sono tutte da commentare.

Per il tedesco è il terzo trionfo consecutivo sulle strade del Principato, ma è sicuramente la vittoria più rocambolesca, soprattutto perché è arrivata come un regalo assoluto da parte del suo team, che ha visibilmente sfavorito il collega/compagno di scuderia/nemico in casa Lewis Hamilton.

Il pilota britannico ha condotto al comando per 65 giri, con una macchina in perfetta sintonia con l’asfalto e senza che avesse manifestato il minimo problema di tenuta. E invece la casa tedesca ha combinato l’assurdo patatrac!

Il muretto dei box ha richiamato Hamilton in pit line quando la Safety Car era entrata in pista dopo l’incidente-botto di Verstappen – collisione con Grosjean – alla prima curva. Un pit stop del tutto gratuito e arrivato sul più bello, specie dopo aver visto il dominio della Freccia d’argento del britannico, che doveva limitarsi solamente ad amministrare per portare in cascina altri punti per il Mondiale.

Lewis si è subito accorto dell’errore (suscitando anche un interrogativo: perché non ha deciso di rimanere in pista?): «ragazzi abbiamo perso la corsa, non dovevamo farlo!» le sue parole al veleno pronunciate al microfono nel casco.

Appena uscita la safety car, con Rosberg che ne ha approfittato sornione per mettersi in testa alla gara tenendo a debita distanza il ferrarista Vettel, Hamilton ha provato a rimanere incollato al tedesco ex Red Bull, ma invano.

Alla fine il podio dice in sequenza Rosberg-Vettel-Hamilton: risultato completamente stravolto, Mondiale riaperto e soprattutto scenari inquietanti in casa Mercedes, col britannico colpito nel morale e nell’orgoglio e che rischia di esplodere portando il rapporto con la casa ai ferri corti.

Nico, e anche la Rossa di Maranello, sperano di approfittarne ancora già dalle prossime uscite.

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