Se vi dico Superman, voi subito pensate ad un uomo in tutina blu, mantello rosso e stivaletti, con un significativo quantitativo di brillantina spalmata in testa. Tuttavia qui si parla di calcio, e se si accostano i concetti di calcio e superman, subito ne nasce un terzo: Gianluigi Buffon. Il portiere juventino, nonché capitano della nazionale italiana, si è guadagnato infatti questo soprannome per una maglietta del celebre supereroe mostrata dopo aver preso al volo un rigore tirato dal grande Ronaldo in un match Parma- Inter.
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Ma partiamo dagli inizi. Gianluigi Buffon, detto Gigi, nasce a Carrara il 28 Gennaio 1978, con lo sport già ben inserito nel DNA. I genitori sono infatti entrambi dei virtuosi del lancio del peso, e la madre in particolare è stata per ben tre volte campionessa italiana di tale disciplina. A questo si aggiunge uno zio giocatore in serie A1 di pallacanestro e due sorelle pallavoliste a livello nazionale. Insomma, un ambiente famigliare che lo ha incentivato ad orientarsi verso lo sport, con le gioie e i sacrifici che esso comporta per un giovane atleta.
Fin dall’età di sei anni, nonostante la curiosità che provava verso vari sport, ha capito che il gioco che gli avrebbe rubato per sempre il cuore era proprio il calcio. La prima partita ufficiale risale al 1988, quando un giovanissimo Buffon di appena dieci anni scende in campo a San Siro, per una sfida che ha visto impegnati i più promettenti bimbi del Veneto contro quelli della Toscana. Per la prima volta quindi prova l’emozione del grande campo, del trovarsi al centro degli sguardi, del correre sull’erba verde come un vero campione.
Già a 12 anni, sulle orme del suo mito Thomas N’Kono, il piccolo Buffon sceglie il suo futuro: niente attacco o centrocampo come sognavano la maggior parte dei suoi coetanei: lui sarebbe stato un portiere. Dopo un anno giocato nel Bonascola, il 13 giugno 1991 passa al Parma. Il suo talento balza subito all’occhio e, infatti, viene tenuto d’occhio dagli osservatori di diverse squadre, tanto che inizialmente sembrava destinato ad entrare nel Milan.
Al Parma Buffon incontra Ermes Fulgoni, classe 1948, preparatore di portieri e grande scopritore di talenti. Fulgoni da subito ripone in lui una grande fiducia. Ricordando l’arrivo del giovane Gianluigi in una recente intervista, l’allenatore dichiara: “Già quando l’ho visto per la prima volta mi ha dato l’impressione di uno che poteva diventare un grande portiere. Quando lo abbiamo preso non tutti erano d’accordo: ho insistito io. E’ stato con me da quando aveva 12-13 anni fino all’esordio in prima squadra a 17 anni. Ho sempre detto che sarebbe stato uno dei migliori portieri degli ultimi trent’anni, la gente quasi rideva ma io ero convinto e sicuro di lui.” Fulgoni racconta cosa ha attivato la sua fiducia nel giovane: “quando io spiegavo, lui ascoltava e metteva in pratica, proprio per questo credevo che sarebbe diventato un grande portiere: aveva una grande capacità di apprendere “.
Seguito e stimolato, Buffon cresce e diventa un atleta sempre più capace e completo. Nel 15 conosce quello che sarà poi il suo procuratore per tutta la sua carriera, Silvano Martina, e inizia a sostenere i primi sponsor, come Uhlsport e Reusch. Il suo esordio in serie A fu proprio contro quel Milan nel quale aveva pensato di militare, avvenuto in seguito a un infortunio di Bucci. Ricordando quell’episodio lo stesso Buffon racconta: “Entrando in campo mi sembrò di avere sempre giocato in serie A, ma non era una sensazione da spaccone, era solo che mi sentivo al mio posto. Insomma (…), ero felice” La stagione successiva lo trova già titolare, mentre nel frattempo inizia la sua esperienza in nazionale. Cominciano anche a fioccare i premi, come una coppa UEFA e una coppa Italia.
Il grande passaggio alla Juventus è datato 2001, un passaggio da 75 miliardi di lire e, subito, la squadra vince lo scudetto, come per uno segno divino del fatto di essere approdato nel posto giusto. Le soddisfazioni da quel momento in poi si moltiplicano: l’elezione a miglior portiere del mondo, la vittoria di un secondo scudetto, alcune partite esaltanti giocate in Champions League. La sua esaltante carriera non sembra avere battute d’arresto, e persino nel 2006, anno di Calciopoli, Buffon riesce a recuperare energia, freschezza e voglia di giocare grazie alla vittoria dei Mondiali.
Nel 28, l’ormai quatto volte miglior portiere del mondo, deve costringersi a riposare un po’ a causa di forti dolori alla schiena, causati da un’ernia al disco. Nel frattempo rinnova il contratto con la Juve, affermando la sua volontà di continuare a vincere con i bianconeri. I problemi di salute però continuano e, tra il 2008 e il 2009, lo costringono a passare qualche mese fuori dal campo da gioco a causa di uno stiramento. Anche il menisco decide di tormentarlo, ma fortunatamente i medici che lo seguono riescono a recuperare brillantemente la situazione tramite un intervento.
Un altro intervento nel 2010, stavolta alla schiena ma comunque perfettamente riuscito, lo costringe a rallentare. Buffon non resta però con le mani in mano e ne approfitta per approfondire una sua altra grande passione: il poker. In quell’anno infatti diventa ambasciatore del noto marchio PokerStars, leader modiale nel mondo delle poker rooms online, accolto dal caldo benvenuto di Barbara Beltrami, Country manager in quell’anno: ” E’ davvero un’immensa soddisfazione per noi avere Gigi Buffon come testimonial di Pokerstars.it, il suo spirito competitivo e leale incarna perfettamente i valori del nostro brand e ci sentiamo davvero orgogliosi che il portiere numero uno al mondo, abbia deciso di rappresentare la poker room numero uno in Italia. Verranno organizzate molte iniziative che consentiranno ai nostri utenti di giocare online con Gigi, sfidandolo e passando momenti di divertimento con lui”
Scudetti e coppe segnano in positivo gli anni successivi: per ben quattro anni di fila la Juve di Buffon conquista lo scudetto, dal 2012 al 2015. Quest’ultimo anno, per non farsi mancare nulla, la Juventus si è portata a casa la Coppa Italia e disputerà la finale di Champions league, trovandosi così ad un passo dal triplete. Insomma, una carriera brillante fin dagli inizi quella del nostro Superman, e che potrebbe avere ancora molto da offrire