La storia poteva ripetersi, la storia si è ripetuta. Brasile-Paraguay di Copa America finisce come 4 anni fa: pareggio e verdeoro eliminati ai rigori. Niente clasico con l’Argentina.
La Selecao cade di nuovo contro l’Albirroja, e lo fa senza il suo pupillo Neymar e con una squadra incapace di cucire un gioco credibile e costante. Dunga fallisce anche l’appuntamento con la Copa America dopo quello col Mondiale carioca dello scorso anno: ora al ritorno in Brasile lo aspettano nuovi processi e nuove polemiche.
Onore invece alla nazionale di Ramon Diaz: tosta, eroica, indomabile, la “paraguagia” ha messo in campo tutta la grinta possibile, finendo per essere premiata nel suo coraggio e nella sua disposizione tattica.
Il Paraguay è stato capace di tenere botta all’unico errore compiuto in tutta la partita, quello del semiesordiente Aranda che ha spianato la strada a Dani Alves e Robinho per il gol dell’ex milanista al 15’: 1-0 Brasile.
Poi non è accaduto più nulla: la partita è andata via col Brasile sterile in avanti con le sue mezzepunte e il Paraguay abbottonato pronto a sfruttare le ripartenze.
La Selecao non ha contrastato mai, l’Albirroja è rimasta viva e ha cominciato ad alzare un po’ la pressione: prima Jefferson ha parato su Da Silva, poi Thiago Silva ha commesso una sciocchezza non da lui, mano alta su cross telefonata. «Clara mano» e rigore che Derlis Gonzalez, 21 anni, è stato freddissimo a trasformare.
Poi i ruoli si sono invertiti, il Paraguay ha spinto ancora e il Brasile si è abbottonato all’inverosimile. Gara che è andata ai rigori, con Ramon Diaz che forse si stava mangiando le mani.
Everton Ribeiro e Douglas Costa hanno sbagliato per il Brasile, Gonzalez – ancora lui, il golden boy paraguagio – si è ripresentato sul dischetto e ha segnato di nuovo. L’Albirroja così ha ripetuto la sua storia, consacrandosi come spauracchio del Brasile. Un Brasile mai così lontano da Pelé, Ronaldo e gli altri mostri sacri verdeoro.