Antonio Conte non molla la presa, ma il ct della Nazionale rischia il rinvio a giudizio per frode sportiva nel processo di Cremona. E ora per Euro2016, che si fa? Ecco gli scenari.
Il pm Di Martino sembra infatti intenzionato ad andare fino in fondo e chiederà il giudizio per il commissario tecnico degli azzurri. Conte sperava proprio nell’archiviazione del caso, e sembra ora intenzionato a chiedere il rito immediato.
Obiettivo? Arrivare all’Europeo della prossima estate a processo finito e, possibilmente, da scagionato. Conte può contare sull’appoggio incondizionato e rassicurante del numero uno della Federazione, Carlo Tavecchio e non vuole assolutamente dimettersi: prospettiva quantomai improbabile, considerando anche il suo carattere.
Di certo è che con il passare dei mesi la panchina degli azzurri si è fatta sempre più rovente per il tecnico leccese.
Iniziata già tra le polemiche, l’avventura Nazionale per Conte ha toccato uno dei più bassi e nevrotici quando l’idea degli stage è stata rifiutata a febbraio, relegando così l’ex mister di Arezzo, Siena, Bari e Juventus al ruolo di “semplice” selezionatore.
Da allora anche la sua Nazionale, plasmata a suon di innesti giovanili al fianco dei mostri sacri, ha cominciato a balbettare, alternando partite convincenti – vedi primo tempo con l’Inghilterra e la gara di personalità a Spalato con la Croazia – ad altre decisamente appannate, come la mezza scivolata con la Bulgaria e la débâcle di Ginevra col Portogallo.
Insomma, il suggerimento “Conte stai sereno” da febbraio non regge più, perché il commissario tecnico sente di aver perduto un po’ di sicurezza, dopo 4 anni di pressioni e senza risposte, fatti di indagini, perquisizione in casa, squalifica scontata alla Juve e ora un nuovo filone d’inchiesta praticamente pendente su di lui.
Ora quindi un’altra mannaia rischia di calare sull’umore precario del mister, che richiederà il giudizio immediato, preferendo quindi sottoporsi al giudizio piuttosto che cercare ogni sotterfugio e sfuggire alla giustizia.
Anche perché una condanna lo obbligherebbe a dimettersi e darebbe una mazzata incredibile alla sua carriera, resa vacillante come detto da 4 anni di mancate risposte.
In mezzo c’è, ovviamente, anche il lavoro sul campo: un Europeo da preparare in mezzo a tutte queste incognite può essere un’occasione di riscatto, per Conte. Che però è meno sereno, e vuole scrollarsi di dosso questi ultimi pensieri giudiziari.