Dalla finalina di Copa America arriva una gradita conferma: quattro anni dopo, il Perù sale di nuovo sul podio. Merito del 2-0 di Concepcion sul Paraguay. Grandi, Incas.
La selezione di Gareca conquista quindi il meritato 3° posto, proprio come nella scorsa edizione di Argentina ’11: un eccellente risultato, che rispecchia fedelmente la bella Copa America giocata dalla Blanquirroja, caduta solo in semifinale contro il Cile in una gara tra l’altro discutibile, condizionata dal doppio giallo a Zambrano.
Chissà, senza quel rosso, come sarebbe andata a finire… Intanto però il Perù si conferma una squadra validissima, capeggiata dal Barbaro Guerrero e da due-tre elementi di sicuro talento.
Poco può il Paraguay, totalmente rivoluzionato per sette undicesimi da Ramon Diaz dopo il cappotto con l’Argentina ma incapace di rialzare la china dopo il 6-1: quattro anni fa arrivò la sconfitta nella finalissima, stavolta in quella per il 4°.
Il primo tempo corre via lento e noioso: pochissime occasioni nello specchio da una parte e dall’altra. Poi dopo l’intervallo una scintilla rianima il match: ci pensa la “culebra” Carrillo, al 3’ della ripresa, a infilare la porta di Justo Villar su azione da calcio d’angolo e a dare il vantaggio al suo Perù, confermando le potenzialità messe in mostra durante il torneo.
Il Paraguay non ci sta e cerca di impattarla sfiorando il colpo prima su un contrasto Benitez-Ramos, e poi con Ortiz e Bobadilla. Ma il Perù ha il merito di essere cinico e di chiuderla nei minuti finali, grazie a un’azione corale orchestrata da Sanchez per il taglio centrale di Guerrero, fino ad allora in ombra: comodo 2-0 a pochi passi dalla porta.
https://www.youtube.com/watch?v=SMtSC8n8_cQ
Per il Barbaro è il quarto centro in Copa America: raggiunto momentaneamente Edu Vargas in cima alla classifica marcatori del torneo. Anche da questo si capisce che il Perù arriva terzo, ma con qualche rimpianto.