La Copa America, la competizione più Loca del pianeta. Spettacolo e insulti sugli spalti, testate gomitate e altre cortesie da gentlemen, incidenti stradali, droni spioni, wags e tanto altro…
Proviamo a dare le pagelle al torneo sudamericano, che ha consacrato per la prima volta sulla vetta del continente il Cile, padrone di casa della manifestazione e al primo successo dopo 99 anni di storia. Dal 2 al 10-, trovate tutto il meglio (e il peggio) di Cile 2015.
Jara 2. Il difensore cileno, reduce da una Copa tutto sommato positiva, paga ovviamente – e non potrebbe essere altrimenti – il gestaccio e la provocazione a Cavani durante il quarto di finale Cile-Uruguay. L’esterno della Roja ha pagato con tre giornate di squalifica: eppure la frase “tuo padre si becca vent’anni”, la palpatina al posteriore del Matador e poi la pagliacciata della simulazione rischiano di costargli la rescissione del contratto con la sua attuale squadra, il Mainz. Ridicolo.
Neymar 3. Aveva pure cominciato bene, con il gol e l’assist decisivi per il successo brasiliano contro il Perù. Da lì però è iniziata la parabola discendente di O’Ney: troppo lezioso contro la Colombia, fino al “colpo di testa” di Murillo che gli è costato l’espulsione e la maxi squalifica di 4 giornate. Senza di lui il Brasile evanescente è tornato di nuovo a casa. Peccati di gioventù, per uno ancora acerbo con la Selecao.
Cavani 4. Non è stata una Copa facile, per il Matador ex Napoli. L’attaccante del Psg è rimasto all’asciutto di gol, la casella gol fatti segna uno 0 difficile da digerire. A complicare le cose, la notizia del padre detenuto dopo un incidente mortale; il nervosismo col Cile lo ha spinto fino all’espulsione – peraltro immeritata – confermando però uno status emotivo molto pericolante. Turbato.
James 5. Il talento colombiano, atteso come una delle stelle della competizione dopo un Mondiale strepitoso, ha tradito le attese. Deludente nella gara d’esordio col Venezuela, si è un po’ ridestato contro il Brasile, sparendo poi di nuovo con Brasile e Argentina. Per lui zero gol, a parte il rigore tirato nella lotteria contro l’Albiceleste. Doveva essere la luce in mezzo al buio dei Cafeteros, imbottiti di talento e potenza calcistica, ma ha deluso. Il ragazzo si farà.
Messi 6. La sua Copa America è stata buona, ottima se non altro rispetto al rendimento insufficiente del collega del Barca. Un gol all’inizio contro il Paraguay, e tanti tantissimi assist per i compagni nelle gare successive.
Ma Leo ha pagato ancora una volta il suo dissidio più grande: Pulce marziana col Barcellona, zero titoli con l’Argentina. Un’altra finale persa, e sullo sfondo lo spettro di un fallimento personale completo con la maglia della Seleccion. Triste, solitario y (perdido in) final (qui l’articolo dedicato:
Vidal 7-. Il voto poteva essere più alto, per il Guerriero della Roja e della Juventus, grande trascinatore del suo Cile fino al trionfo finale con 3 gol, gli assist e il rigore nella lotteria contro l’Argentina. Eppure, sulla sua Copa America pesa inevitabilmente tutta la vicenda legata al pauroso incidente che poteva costargli vita e carriera, con l’arresto, la conferenza stampa in lacrime e il rischio del carcere.
Poi il reintegro ordinato da Sampaoli e il perdono del suo popolo hanno consentito di Vidal di scrivere il lieto fine sulla Copa: su cui c’è anche il suo sudore. Gladiatore, ma un po’ troppo testa calda.
Guerrero 7,5. El Barbaro peruviano ha conquistato il titolo di capocannoniere del torneo, con 4 reti e in coabitazione col cileno Vargas. Una bella soddisfazione, che lo fa entrare di diritto nella storia della Copa America: Guerrero è infatti il primo calciatore ad aggiudicarsi per due edizioni consecutive della Copa il titolo di re dei marcatori. Inoltre gli mancano due gol per diventare il miglior marcatore di sempre nella storia della Blanquirroja: 25 reti ora per lui. E chissà che l’anno prossimo – edizione speciale per il Centenario della Copa America –El Barbaro de Lima non ci riesca…
Paraguay 8. L’Albirroja di Ramon Diaz torna a casa con un onorevole 4° posto, a causa del sonoro cappotto subito dall’Argentina, un 6-1 che resterà negli annali, e del 2-0 inflitto dal Perù nella finalina.
Eppure i ragazzi in biancorossoblu del tecnico argentino hanno disputato una Copa di grande orgoglio e carattere: capaci di rimontare 2 gol all’Argentina nella partita del girone, hanno compiuto poi un altro capolavoro costringendo il Brasile ai rigori e matandolo di nuovo proprio come 4 anni fa. Un’Asuncion di leggenda, per Santa Cruz e compagni.
Edu Vargas e Alexis Sanchez 8+. Sono loro le altre anime della Roja di Sampaoli. Edu Vargas con 4 reti si è pure laureato capocannoniere della Copa: e chissà che il Napoli, proprietario del cartellino del cileno, ora torni a farci un pensierino. Per El Nino Maravilla invece arriva un’altra conferma, dopo la vittoria in FA Cup con l’Arsenal: a lui le Coppe piacciono proprio tanto, visto che si prende pure la responsabilità di tirare il rigore decisivo e si inventa un mezzo scavetto al limite dell’infarto. Irresistibili entrambi.
Perù 8,5. La selezione di Ricardo Gareca scrive un’altra pagina importante in questa competizione, piazzandosi di nuovo terza dopo l’exploit di Argentina ’11. Gli Incas sono stati tra le squadre migliori di questa Copa America, mettendo in difficoltà squadre più titolate come Brasile e Colombia e sfiorando lo storico sgambetto al Cile in semifinale: peccato per alcuni episodi, altrimenti la Finale sarebbe stata realtà.
Argentina 9,5. La Seleccion del Tata Martino è stata la squadra stilisticamente migliore del torneo. Un concentrato di campioni in tutti i reparti, un parco attaccanti da paura e adatto a ogni situazione, con il Kun Aguero mattatore, Messi direttore d’orchestra – finché ha potuto – e l’estro dei vari Pastore e Di Maria a menare le danze. Il mezzo voto sotto la perfezione è dovuto ovviamente alla sconfitta in finale: pagati gli errori di Higuain – un altro su cui si potrebbero spendere fiumi di parole – e Banega. E sono 2 finali perse in 2 anni. In Sudamerica cantano: Don’t cry for you, Argentina.
Cile 10-. Ovviamente il voto più alto è della Nazionale di Sampaoli, capace di regalare ai suoi tifosi una gioia attesa 99 lunghissimi anni. Il ct Sampaoli ha plasmato una squadra di grande carattere e tenacia, capace di fare pressing e resistere in difesa – il portiere Bravo è stato il meno battuto del torneo, con 4 gol appena: per lui quest’anno Quadriplete – e poi letale nelle ripartenze con tutto l’arsenale davanti, ben congegnato dalle giocate raffinatissime del Mago Valdivia.
Il meno al fianco del dieci è per gli errori arbitrali che hanno un pochino facilitato la Roja, specie dai quarti in avanti: la pessima gestione degli arbitri nelle partite con Uruguay e Perù lascia qualche velo di polemica sulla vittoria cilena. Ma da Santiago a Valparaiso, da Antofagasta a Punta Arenas a nessuno frega niente di tutto questo. Il Cile è campione del Sudamerica, basta e avanza.
Il 10 tondo lo abbiamo tenuto alla fine di tutto: che non se lo siano meritato le bellezze ammirate durante le partite sugli spalti? Qui a fianco solo un assaggio di Sudamerica. La Copa America è Loca anche grazie a loro…