Con l’accordo tra Stephan El Shaarawy ed il Monaco, ultimo colpo del calciomercato estivo, torna di moda un tema che tanto scotta all’ambiente sportivo italiano. Si suole sempre più spesso parlare di fuga di cervelli per indicare i giovani talenti italiani che migrano all’estero con l’intento di sfuggire allo stagnante e retrogrado apparato burocratico ed economico del nostro Paese. Anche nella Serie A di calcio sta avvenendo qualcosa di simile e sono tanti i giovani che vengono lasciati troppo facilmente partire dai club per puntare troppo precipitosamente sul primo straniero di turno o su minestre riscaldate quasi mai andate a buon fine.
Gli ultimi tre casi sono emblematici. Fa molto discutere l’intesa di cui abbiamo accennato nell’incipit di quest’articolo, ovvero quella tra El Shaarawy ed il Monaco: il Milan ha deciso di lasciar partire il ventiduenne Faraone, che ha già abbandonato il ritiro di Milanello, dirottandolo nel Principato. A ore è attesa la firma di un contratto quadriennale da tre milioni a stagione che metterà a disposizione del tecnico Jardim una delle maggiori promesse del nostro calcio.
Dopo quattro stagioni – con 21 gol realizzati e tanti infortuni – il centravanti di origini egiziane ha capito di non poter trovare posto nell’undici di Sinisa Mihajlovic, che preferisce puntare sui nuovi arrivati Bacca e Luiz Adriano. Il progetto “giovani e italiani”, fortemente voluto dal presidente Silvio Berlusconi, subisce dunque una prima forte battuta d’arresto.
Ed un altro ex Milan sta per lasciare l’Italia: già siglato nelle scorse ore, infatti, l’accordo quadriennale che legherà Matteo Darmian al Manchester United – parole entusiaste da parte del tecnico Louis van Gaal verso il venticinquenne milanese – per un valore di 18 milioni. Da un difensore all’altro: è sempre in Inghilterra il futuro di Angelo Ogbonna, che lascia la Juventus dopo due stagioni e quattro titolo in bacheca, approdando al West Ham per una cifra pari a 11 milioni di euro (2 milioni netti al giocatore).
E poi ci si lamenta delle figuracce che le nostre rappresentative nazionali rimediano negli ultimi tempi, dalla fallimentare spedizione under 21 in Repubblica Ceca passando per il punto più basso toccato dalla nazionale maggiore nel ranking Fifa, 17° posto. Vien da chiedersi se ci sia l’effettiva volontà di dar vita ad un risveglio del calcio azzurro, così tanto famoso all’estero per via dei continui scandali che puntualmente riempiono le prime pagine dei giornali.
Dai casi di Alì Adnan accasatosi all’Udinese ai tanti vecchi ritorni – da Zlatan Ibrahimovic a Stevan Jovetic – che le più blasonate squadre stanno organizzando, si evince come la risposta sia evidentemente negativa.