Ci risiamo. C’è chi pensa di barare e farla franca e chi non impara la lezione e ci ricasca. E così ci ritroviamo ancora a parlare di un caso di doping che coinvolge nuovamente un atleta italiano. È Francesco Reda, risultato positivo all’Epo Nesp (Darbepoetina) in un controllo effettuato in seguito alla prova in linea del campionato italiano.
Ricordate come finì quella gara? A Superga trionfò Vincenzo Nibali ma, alle sue spalle, ecco il sorprendente Reda, che riuscì a porre la sua ruota davanti a quella di molti illustri colleghi, a partire da Diego Ulissi. Un secondo posto che stupì in primis lo stesso corridore cosentino, stando alle sue dichiarazioni, che non si aspettava di essere nuovamente competitivo dopo uno stop forzato.
Ebbene si, perché il calabrese era reduce da due anni lontano dalle corse perché squalificato a seguito di controlli mancati nel febbraio del 2013 (due anni poi ridotti a 14 mesi). Professionista dal 2007 e in forza a QuickStep, Acqua&Sapone e Androni, il trentatreenne era tornato in sella lo scorso maggio tra le file del Team Idea 2000, riuscendo subito ad imporsi in una tappa dell’An Post Ras in Irlanda, prima di prendere parte al campionato tricolore. Poiché recidivo, ora Reda rischia la radiazione.
La piccola formazione Continental non ci sta e in una nota ufficiale prende una dura posizione contro il suo affiliato, esprimendo “notevole disappunto e profonda delusione” per l’accaduto. Intendendo approfondire la questione – attraverso il mandato già conferito allo Studio Legale Cappa & Associati di Milano – si dichiara pronta ad avviare azioni legali se la positività venisse confermata dalle contronanalisi.
“Il team combatte da sempre una totale lotta al doping“, prosegue il comunicato a nome della dirigenza, che ribadisce di essere “estranea a qualsivoglia condotta scorretta”, ma sente comunque il dovere di porgere le proprie scuse a tutti gli sportivi, traditi nella fiducia da un corridore nel quale avevano creduto.