Una giornata storica, quella vissuta dall’atletica leggera nel Principato di Monaco: l’etiope Genzebe Dibaba stabilisce il nuovo record mondiale del 1500 metri che resisteva dal lontano 1993.
Famiglia di campionesse, quella dell’atleta africana, sorella di Ejegayehu (argento olimpico ad Atene 2004 nei 10000) e della mitica Tirunesh Dibaba (pluricampionessa olimpica). Ieri, la più piccola delle tre, classe ’91, ha fatto furore sulla pista di Montecarlo, buttando giù quel muro che da ventidue anni nessuno è riuscito ad infrangere: 3’50″07 il tempo dell’etiope, migliore di quel 3’50″46 della cinese Qu Yunxia stabilito a Pechino nel 1993 (podio 100% cinese). Guidata ottimamente dalla lepre Chanelle Price, la minuta Dibaba ha dato subito l’impressione, giro dopo giro, di poter tentare l’impresa, fin quando il pubblico in delirio l’ha accolta trionfante al traguardo.
Fu uno dei più oscuri record, quello dei 1500 metri femminili, che come altri nel mezzofondo, alcuni dei quali ancora resistono, fu opera di meteore cinesi che stupirono inspiegabilmlente il mondo agli albori degli anni ’90. Dopo gli scandali che travolsero le ragazze dell’est europeo degli anni ’70, analogo fu il clima di sospetti attorno alle atlete del Paese asiatico, capaci di fermare i cronometri su tempi considerati da molti al di sotto delle soglie umane.
Ma Junren, allora coach delle cinesi – oltre a Qu Yunxia, che continua tuttora a detenere il record sui 10000, ve ne fu un’intera schiera – attribuì la ragione di tali risultati prodigiosi al sangue di tartaruga che le ragazze erano solite bere dopo gli allenamenti. E c’è di più: pare che le stesse facessero largo uso del Cordyceps sinensis, un fungo a cui sono attribuite proprietà tonico-rinvogorenti, allora non considerato sostanza dopante.
Insomma, tempo di grandi sospetti, ma record del mondo rimasti pur sempre negli almanacchi. Fin quando la ragazzina etiope Genzebe Dibaba ha deciso che era giunta l’ora di cambiare la storia e cancellare per sempre quelle pagine di sport.