Jules Bianchi

Formula 1 in lutto, è morto dopo 9 mesi di coma Jules Bianchi

Lutto nel mondo della Formula 1: è morto stanotte, dopo 9 lunghi di mesi, Jules Bianchi. Il pilota della Marussia, vittima di un terribile incidente a Suzuka, aveva 25 anni.

«Jules ha combattuto fino all’ultimo, ma oggi la sua battaglia è giunta al termine». La famiglia Bianchi ha dato l’annuncio sui social network intorno alle 3 della notte scorsa. La battaglia del pilota francese nato a Nizza e cresciuto nella Ferrari Racers Academy, è durata nove mesi.

Il 5 ottobre dello scorso anno a Suzuka, durante il Gran premio del Giappone, il terribile schianto contro una gru a bordo pista. Da allora Jules Bianchi non ha più ripreso conoscenza. Danno assonale diffuso e coma profondo: da subito la diagnosi fu chiara.

Lo sfortunato pilota francese ha lottato fino all’ultimo: dopo essere stato operato d’urgenza in Giappone ed essere stato trasportato al Centro ospedaliero universitario di Nizza, la sua vita è rimasta sempre appesa a un filo, con l’assistenza costante e giornaliera dei genitori Christine e Philippe.

A detta di tanti, Bianchi era un grande talento della Formula 1: dopo la formazione in Ferrari, la Casa di Maranello confidava nella sua crescita professionale con team cosiddetti minori (la stessa Marussia monta un motore del Cavallino) per poterlo magari un giorno integrarlo nel paddock della Rossa. Un predestinato, insomma, che per colpa del destino ha finito anzitempo la sua corsa.

La classe regina dei motori a quattro ruote torna a piangere così un suo pilota, dopo quel terribile fine settimana di maggio ’94 in cui morirono Roland Ratzenberger e Ayrton Senna. Un ventennio in cui la morte è stata sfiorata più volte, ma per fortuna evitata grazie a una serie di sistemi di protezione più evoluti.

Nel caso dello sfortunato pilota francese però la fatalità è intervenuta in tutto il suo essere tragico: Bianchi andò a sbattere nelle concitate fasi finali del Gran premio del Giappone, con pioggia, asfalto allagato, visibilità ridotta, la monoposto di Sutil ferma a bordo pista e una gru che la stava rimuovendo.

Invece di neutralizzare la corsa con la safety car, la direzione gara fece sventolare le doppie bandiere gialle che imponevano di rallentare. Una misura spesso inutile, visto che i piloti di fatto riducono la velocità in caso di maltempo, ma continuano a guidare comunque forte.

Bianchi uscì di pista ad almeno 200 chilometri all’ora e andò a sbattere con il casco contro il mezzo di soccorso. Un impatto violentissimo, devastante, che ha spento per sempre il suo cervello. Fino alla morte naturale di stanotte. Jules il 3 agosto avrebbe compiuto 26 anni.

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