La dura legge del 5. Cinque anni di inibizione per Antonino Pulvirenti e retrocessione in Lega Pro con cinque punti di penalizzazione per il Catania.
Queste le richieste del procuratore federale Stefano Palazzi nel processo alla società rossoazzurra in corso a Roma per le sei partite “incriminate” nell’indagine cosiddetta “I treni del goal”.
Palazzi ha riconosciuto all’ex presidente catanese la validità delle sue ammissioni in sede di interrogatorio: perciò, pur essendosi trattato di alterazione di partite, a Pulvirenti possono essere riconosciuti “i benefici previsti dall’articolo 24 perché il comportamento collaborativo purtroppo è sempre raro”.
Palazzi ha chiesto anche cinque anni più tre di inibizione per l’ex amministratore delegato catanese Pablo Cosentino, e per Piero Di Luzio. Ora il Tribunale deve esaminare la soluzione di Palazzi.
In base alla testimonianza resa dallo stesso ex patron etneo, e secondo le richieste dello stesso Palazzi, che sosterrà l’accusa al processo sportivo che si apre oggi a Roma, il Catania dovrebbe cavarsela con la sola retrocessione in Lega Pro e con la partenza a handicap dal -5 iniziale.
Per Pulvirenti è stato disposto il provvedimento di Daspo (divieto di accesso in stadi e manifestazioni calcistiche) per 5 anni; stesso provvedimento per Cosentino.
Le due disposizioni sono arrivate direttamente dal questore di Catania Marcello Cardona. Lo stesso questore di Catania provvederà presto a inoltrare il Daspo anche agli altri cinque indagati, che sono tuttora agli arresti domiciliari: Fernando Antonio Arbotti, Daniele Delli Carri, Piero Di Luzio, Giovanni Luca Impellizzeri e Fabrizio Milozzi.
Come lo stesso Cardona ha spiegato, il Daspo a Pulvirenti non solo «trova pieno fondamento nel reato di associazione per delinquere finalizzata alle frodi sportive», ma si è reso necessario anche perché, è stato sottolineato, «si è registrato a livello mediatico un imponente e preoccupante coinvolgimento di persone sfociato il 20 giugno scorso in una manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato 2.500 persone che scandivano cori e slogan contro Pulvirenti e altri dirigenti del Calcio Catania».
Una decisione presa dunque anche per tutelare gli imputati nel processo, visto il clima teso e inquieto che continua a respirarsi nella città siciliana: anche ieri sera, durante la gara del secondo turno di Coppa Italia Catania-Spal giocata al Massimino, i tifosi hanno scandito nuovi cori contro l’ex presidente, reo di aver fatto sprofondare i colori rossoazzurri al livello più basso della loro storia.