Bilancio EuroBasket 2015. Neppure il tempo di archiviare l’Europeo di pallacanestro, che torniamo sul torneo con analisi e pagelle dei migliori e dei peggiori.
Cominciamo dai grandi sconfitti. Tra i flop più pesanti ci sono, e non potrebbe essere diversamente, le due grandi deluse delle finali, Francia e Serbia, affrontatesi nella finalina di consolazione per il bronzo. Ha vinto la nazionale di Tony Parker, ma c’è ben poco da festeggiare.
I transalpini allenati da Vincent Collet erano indubbiamente i grandi favoriti per il successo finale, che avrebbe bissato quello di EuroBasket 2013. A spingerli c’era anche il foltissimo pubblico francese, che ha animato gli spalti dapprima a Montpellier e dopo dello stadio Pierre Maurois di Lille.
I galletti sono arrivati in carrozza in semifinale, vincendo e stravincendo il girone di qualificazione e piegando poi Turchia e Lettonia.
Nella sfida con la Spagna però è successo l’impensabile: Tony Parker si è improvvisamente eclissato dal gioco, De Colo e Lauvergne non sono bastati e il coraggioso Batum ha fallito l’aggancio alle Furie Rosse nel momento topico della partita. A quel punto, i transalpini hanno ripiegato su un ben più magro terzo posto: Francia di bronzo. Voto 4,5
Stesso percorso compiuto dall’altra grande delusa del torneo, la Serbia di Sasha Djordjevic: assoluta dominatrice del gruppo B di Berlino (quello dell’Italia), la squadra vicecampione del Mondo era arrivata in semifinale in tutta scioltezza dopo aver avuto ragione di Finlandia e Rep. Ceca.
E anche qui c’è stato l’inaspettato tracollo: Teodosic e compagni non sono riusciti a tenere botta all’entusiasmante Lituania di coach Kazlauskas e hanno dovuto ammainare presto la bandiera serba. Il fallimento pure nella finalina per il bronzo certifica la caduta dei “semi-dei” del basket serbo, costringendoli a dover giocare come la Francia un pericoloso preolimpico per arrivare a Rio 2016. Voto 4,5
Nel novero delle deluse però finiscono anche altre squadre: dalla Germania (Dirk Nowitzki ha detto addio, ma c’è un interessantissimo Dennis Schröder che potrà far ancora bene) alle due balcaniche Croazia e Slovenia uscite anzitempo agli ottavi, insieme alla Turchia, fino all’altro rumoroso flop – arrivato già nella fase a gironi – e rappresentato dalla Russia di Pashutin, ormai pallido ricorso dell’ex URSS: a loro va un brutto 4 in pagella.
Discorso a parte per la Grecia: per gli ellenici si è chiusa davvero un’epoca. La sconfitta con la Spagna è stata l’ultima partita in Nazionale per tre mostri della pallacanestro greca come Bourousis, Zisis e soprattutto Spanoulis. Ora bisognerà lavorare bene e in fretta sul ricambio generazionale per riportare in auge la Grecia anche a livello di nazionale. Voto 5,5 (da chi domina un girone, ci si aspetta almeno le semifinali).
Capitolo sorprese. Menzione d’onore soprattutto per la Lettonia, la Repubblica Ceca e la Georgia (fatta fuori dalla Lituania): la nazionale baltica è arrivata fino ai quarti, dove ha tenuto testa alla ben più quotata Francia, e ha ceduto alla fine nella finale 7° posto contro i cechi di Vesely e Satoransky (che invece vanno meritatamente al torneo preolimpico). Giusto 6,5-7 per tutte e tre.
Si chiude, ovviamente, con la radiografia delle due grandi – e inattese – finaliste di Lille. Voto 8,5 alla Lituania di Maciulis, Valanciunas e compagnia: onore e merito alla squadra baltica, che ogni volta riesce a sorprendere tutti e a conquistare l’ennesima medaglia della sua storia all’Europeo.
I verdegialli meritano un voto alto per i due miracoli orditi sulle spalle – e sulla retina – di Italia e Serbia: due autentici capolavori di tecnica e agonismo, che hanno consentito ai ragazzi di Kazlauskas di raggiungere non solo la finale continentale, ma anche se non soprattutto l’accesso a Rio 2016. Così facendo la Lituania continua nella sua eccezionale storia: i baltici hanno sempre partecipato all’evento a Cinque Cerchi.
Infine la Spagna: voto 9,5 innanzitutto a quel pizzico d’Italia presente nel trionfo iberico e che prende il nome di Sergio Scariolo.
Il coach italiano, dopo gli alti e bassi di Milano e Vitoria, è tornato sulla panchina delle Furie Rosse ed è riuscito a riportarle immediatamente alla conquista del terzo oro, con un gioco perentorio e un carattere pazzesco.
C’è da dire che la Spagna – voto 10- – ha vinto proprio tre titoli Europei, tutti con Scariolo in panchina: se non si è conquistato la cittadinanza onoraria nel paese iberico, poco ci manca…
Il 10- dato alla Spagna è solo per far brillare della giusta luce l’assoluto protagonista di questa manifestazione di EuroBasket: Pau Gasol. Il 35enne cestista dei Bulls si prende un meritatissimo 10 per il suo celestiale, grintoso, straordinario Europeo.
230 punti totali, media del 25,6 a partita, 79 rimbalzi e 26 assist! Numeri da favola, per l’alieno spagnolo. Memorabile e leggendaria la prova di forza in semifinale contro la Francia: 40 degli 80 punti iberici li ha messi a segno lui, il centro nativo di Barcellona. Pau Gasol centra così il suo terzo Europeo personale: un successo prestigioso in una carriera irripetibile.
Si chiude con l’Italbasket: la nostra Nazionale merita di sicuro un bel 7 per il buon torneo giocato, nel quale sono emersi comunque i valori aggiunti del roster a disposizione di Simone Pianigiani. Inseriti nel gruppo di ferro, gli azzurri hanno cominciato male con la Turchia, ma hanno compiuto poi due capolavori in successione contro la Spagna – e alla fine il successo contro i nuovi campioni Europei vale doppio – e la Germania padrona di casa.
Sono arrivati poi gli ottavi, che all’inizio della spedizione erano l’obiettivo minimo. Peccato per il quarto perso contro la Lituania, una sconfitta che brucia tantissimo perché Gallinari, Bargnani e compagni avevano tutte le carte in regola per arrivare lontano. Dare dei voti singoli resta difficile, perché tutti i ragazzi italiani hanno avuto e mostrato attaccamento alla maglia, spirito di sacrificio e grandissime doti tecniche.
Ora però la testa è al torneo preolimpico che si disputerà a luglio 2016: servirà un’impresa per andare direttamente a Rio. Manchiamo a un’Olimpiade dal 2004 – il leggendario argento di Atene… – ed è ora di tornarci.