Il risultato poteva essere il massimo consentito, ma la medaglia d’argento di Simone Consonni nella gara in linea under 23 dei Campionati Mondiali di Richmond 2015 – il primo podio in questa categoria dopo otto anni – è da considerarsi comunque un risultato nobile. Tanta sfortuna nella prova degli azzurri, incappati in due incidenti tecnici in momenti caldi della corsa, ma ciò non toglie la consapevolezza di aver corso da protagonisti e di aver dimostrato di essere a pieno titolo un team di riferimento, capace di vincere appena un mese fa la Coppa delle nazioni.
Per questo motivo, il commissario tecnico Marino Amadori prova a tranquillizzare i suoi, sottolineando di non poter “rimproverare nulla” a loro per la condotta di gara che sono stati capaci di mettere in pratica. “Sono soddisfatto per come hanno corso”, sono le parole del ct, pur consapevole che “una medaglia d’oro sarebbe stata il giusto premio per questo gruppo” che tanto ha fatto nel corso di un’intera stagione.
Il più deluso di tutti è proprio il medagliato Simone Consonni, che sul palco delle premiazioni non cela il suo stato d’animo e se la prende con se stesso per esser partito leggermente in ritardo nel momento della volata: “Mi sono trovato davanti, ma non ho avuto il coraggio di partire – si rammarica il ventunenne bergamasco – Mi dispiace perché avevo le gambe, la squadra aveva lavorato al meglio e se avessi fatto quello scatto ai 250 metri adesso quella maglia sarebbe mia”. “Ringrazio tutti […] il ct Marino Amadori, la Colpack e il mio presidente Beppe Colleoni che hanno sempre creduto in me”, conclude il corridore entrato in ottica Lampre-Merida.
Un indubbio applauso a Davide Martinelli, che ha corso tutto il giorno da protagonista pur con tutti gli inconvenienti che gli sono capitati, ma anche a Gianni Moscon, che da vero leader ha saputo mettersi al servizio del suo compagno nel finale di corsa: “Quando ho capito che non avrei potuto vincere mi sono messo a disposizione di Consonni e abbiamo portato a casa l’argento“, sono le parole del corridore, in procinto di diventare professionista nel Team Sky”. Peccato che sul pavé, a 4 km alla conclusione, un problema al pedale gli ha impedito di scattare e magari di portare a casa qualcosa di importante.