La 6ᴬ giornata di Serie A ha regalato altri spunti di riflessione: confermata la crisi nera della Juventus, il campionato scopre le virtù di due big dimenticate, Fiorentina e Torino.
I Viola hanno riacciuffato l’Inter in testa alla classifica battendo proprio i nerazzurri in uno scontro diretto che ha ridimensionato le ambizioni-scudetto del Biscione e rilanciato invece, e alla grande, quelle da grande squadra dei toscani.
Gli uomini di Paulo Sousa non hanno sbagliato praticamente nulla, colpendo l’Inter già nell’approccio iniziale e firmando un capolavoro eccezionale: 1-4, con la tripletta di Kalinic, la verve di Ilicic e di tutto il centrocampo, la compattezza di gruppo in tutti i reparti e la consapevolezza che questa squadra può davvero lontano.
https://www.youtube.com/watch?v=Vz1HXN28G4c
Il tecnico portoghese ex Basilea ha portato a Firenze un nuovo modo di intendere il calcio: non più il consueto attendismo all’italiana, tutto sofferenza e barricate in difesa e ripartenze in contropiede, ma un gioco propositivo e spumeggiante, che non dà punti di riferimento agli avversari e che offre al portatore di palla tre, quattro, cinque soluzioni diverse per espandere la manovra.
Domenica c’è l’Atalanta: se dovesse vincere, la Fiorentina farebbe sognare davvero i suoi tifosi.
L’Inter vista ieri è apparsa letteralmente irretita dalla qualità del palleggio viola e ha finito ben presto per affondare anche, se non soprattutto, per demeriti propri: Handanovic scanzonato; filtro di centrocampo molle e difesa a dir poco svagata. Sarà vera crisi? A Mancini la prossima sentenza: dimostrare che quello di ieri è stato solo un incidente di percorso, e niente di più.
L’altra squadra che sta sorprendendo in questo scorcio di campionato è il Torino di Giampiero Ventura. I granata godono due volte: seconda posizione in solitaria, a due tiri di schioppo da Inter e Fiorentina, e gli acerrimi nemici della Juve in fondo alla classifica a 8 punti di distanza.
Ma quello che entusiasma i tifosi dal vecchio cuore granata è la compattezza del nuovo Toro: i nuovi si sono inseriti alla grande (un nome su tutti, Baselli, che con Benassi compone anche la cerniera dell’Under 21; ma anche Zappacosta); i veterani del gruppo da Glik a Moretti fino a Quagliarella e Maxi Lopez passando per i vari Gazzi, Vives e compagnia hanno ancora tanta fame.
Appena una sconfitta, col Chievo, e poi già tanti punti pesanti: alcuni in rimonta, contro Frosinone e Fiorentina nelle prime due giornate; altri di carattere e grinta come contro la Samp o ieri col Palermo – un 2-1 soffertissimo arrivato stringendo i denti in 9 contro 11.
Ora c’è la trasferta di Carpi – con gli uomini contati tra infortuni e squalifiche – per vedere dove vuole arrivare questo Torino.