“Fuoriclasse si nasce e io modestamente lo nacqui”. Parafrasiamo questa celebre espressione del grande Antonio De Curtis, in arte Totò, per celebrare le gesta di un innato talento del ciclismo made in Italy, Vincenzo Nibali. Ha un sapore speciale il suo successo al Lombardia 2015, tanto per l’atleta stesso, quanto per l’intero movimento sportivo italiano.
Mancava da sette anni all’Italia una Classica-Monumento: Sanremo, Fiandre, Roubaix, Liegi e Lombardia sembravano stregate da quel 18 ottobre 2008, quando Damiano Cunego stabilì un gran tris personale nella Classica d’Autunno. Da allora il vuoto, con qualche buon piazzamento e tante delusioni: Filippo Pozzato e Alessandro Ballan sul podio del Fiandre 2012, lo stesso Nibali su quello di Sanremo e Liegi nello stesso anno. Ma nulla.
Ed è probabilmente destino che a rompere tale incantesimo debba essere il ciclista italiano più forte dell’ultimo lustro, colui in grado di riportare la maglia gialla in Italia dopo sedici anni e di far sua la tripla corona come soli sei altri nella storia ce l’hanno fatta. È destino che a fare tutto ciò sia Vincenzo Nibali nella Classica più dura del calendario, Il Lombardia.
Una condizione indubbiamente eccellente, stando ai risultati ottenuti nelle uscite recenti. Ed un Mondiale di Richmond da cancellare al più presto, così come le tante ingiuste critiche – piovutegli addosso dopo un’annata fatta di alti e bassi – da parte chi non ha facoltà di giudicare, dal basso della sua bassezza interiore, un campione di tale portata.
Ed è per questo motivo che la commozione non può venir meno dopo il traguardo, quando ad abbracciarlo ci sono la moglie Rachele – a cui è dedicata, nel giorno del suo compleanno, quest’affermazione – e la figlia Emma. “Sono emozionato“, ammette candidamente il trentenne messinese. “È una corsa che amo e mi sono preparato bene in questo finale di stagione per riuscire ad esprimermi al meglio”.
E finalmente è arrivata questa vittoria “di testa e di tattica” – geniale come geniali sono stati i corridori al suo fianco, a partire da un umile quanto gigantesco Diego Rosa – che rende lo Squalo l’unico corridore in attività in grado di vincere, oltre ai tre Grandi Giri, almeno una Monumento. E sapete chi c’è riuscito prima di lui? Felice Gimondi, Eddy Mercks e Bernard Hinault. Occorre aggiungere altro?
Video: L’arrivo trionfale di Vincenzo Nibali!
Video: L’arrivo di Nibali, la commozione e l’abbraccio con Diego Rosa.