Alessandro Florenzi si gode il momento magico: insieme ad Aguero e Lewandowski, è l’unico giocatore “europeo” ad essere andato a segno in tutte le competizioni.
Per uno che è nato come esterno d’attacco e che è stato reinventato negli ultimi anni all’occorrenza perfino come terzino destro, è un record molto significativo, condiviso al pari di due autentici attaccanti di razza abituati invece a segnare spesso.
Quando giochi con la tua maglia, e soffri e dai l’anima per i tuoi colori, premi e record prima o poi arrivano: l’esterno giallorosso cresciuto nel vivaio della Roma e passato anche al Crotone in Serie B sta dunque vivendo una delle sue migliori stagioni.
Il gol del momentaneo pari di martedì sera con la Norvegia – perfezionato poi da un altro gol, ingiustamente annullato, e da un assist al bacio per il gol-vittoria di Graziano Pellè – ha proiettato Florenzi ancor più tra le luci della ribalta.
È un giusto tributo a un ragazzo tutto umiltà e cuore, che due anni fa rinunciò al supplemento di ferie dopo l’Europeo Under 21 in Israele concessogli dalla Roma per poter subito andare in ritiro con la sua squadra. Giusto per far capire l’attaccamento, e la passione, che Florenzi nutre per il calcio in genere e per la società nella quale milita, con buonissimo profitto, da ormai quattro anni.
Il jolly tuttofare in giallorosso ha già timbrato il tabellino in tutte e tre le massime competizioni per nazionali e club, e difatti nessuno in Italia è riuscito a fare meglio di lui fra Serie A, Champions League e Nazionale.
Due gol in trasferta a Verona e Palermo, più il gol fantastico e straordinario da metà campo contro il Barca degli alieni in Coppa; infine la rete dell’altra sera – anche stavolta nell’ormai ‘suo’ Olimpico.
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Florenzi ha mostrato di aver perfezionato il suo grande temperamento: della sua duttilità tattica – fondamentale nel calcio di oggi che alterna muscoli e tecnica – si è già piacevolmente discusso; quest’anno a questo bagaglio il ragazzo romano è ulteriormente maturato in due aspetti.
Il primo è l’abilità a mutare proprio in corsa la sua posizione in campo (Conte l’altra sera l’ha utilizzato prima da mezz’ala e l’ha poi spostato come esterno d’attacco, con gli esiti che tutti abbiamo potuto ammirare); il secondo è la capacità trovata nel dosare le energie durante tutti i 90’.
Il Florenzi generosissimo e spompato delle partite dello scorso anno sembra un pallido ricordo; il Florenzi attuale è maturato anche in questo, e si avvia a diventare uno dei grandi campioni del calcio italiano. Se lo augura la Roma, e se lo augura anche Conte in vista di Euro 2016: come da sempre gli si addice, Sandrino ci arriverà correndo, e col sudore addosso.