L’Italvolley ha concluso ieri la sua avventura a EuroVolleyM conquistando la medaglia di bronzo contro la Bulgaria. Il bilancio dell’Europeo resta in chiaroscuro, ma una medaglia c’è.
Il progetto di rinascita della Nazionale, intrapreso con la nomina a CT di Blengini, ha dato i suoi frutti anche nell’Europeo appena terminato nel quale l’Italvolley è arrivata sull’ultimo gradino del podio, confermando il filotto di medaglie iniziato 4 anni fa dall’argento di Vienna e confermato dall’identico risultato di Copenaghen 2013.
Gli azzurri ci arrivavano dopo aver conquistato del tutto a sorpresa la qualificazione diretta a Rio 2016 alla prima occasione utile, col secondo posto nella Coppa del Mondo. Una sola sconfitta, in Giappone, contro i formidabili USA e 10 vittorie a settembre, alcune magnifiche come quelle contro Russia e Polonia.
Peccato che i ragazzi di Blengini siano arrivati stanchi all’appuntamento continentale: il tracollo fisico con la Francia – dopo che si era andati in vantaggio 2-0 – e il clamoroso ko in semifinale contro la quasi sconosciuta Slovenia dell’ex “fenomeno” Giani hanno impedito agli azzurri di giocarsi il metallo più prezioso contro la Francia.
Sarebbe stata la terza finale europea consecutiva per l’ Italvolley: un risultato del tutto alla portata per quest’Italvolley, rinata come un’autentica fenice dopo la cacciata dei 4, il tracollo in World League e l’addio di Mauro Berruto. Ecco perché il bilancio non può essere completamente positivo: l’amaro in bocca, inutile negarlo, resta eccome.
Eppure, le basi future per la Nazionale di volley ci sono tutte: tra i premi individuali assegnati a fine torneo, due di questi sono appannaggio di nostri giocatori.
Simone Giannelli è stato eletto miglior palleggiatore della kermesse (un talento straordinario che non può passare inosservato), mentre Ivan Zaytsev si è portato a casa quello di migliore opposto. È stato anche il primo Europeo per Osmany Juantorena con la maglia azzurra, e si può essere molto rincuorati nell’avere a disposizione anche l’ex cubano.
Ma tutto il gruppo capitanato da Simone Buti (nell’attesa del ritorno di Birarelli) e allenato da Blengini ha dato risposte coraggiose e confortanti: da qui in avanti si penserà a un unico obiettivo chiamato Rio. L’Italia c’è, e non vuole più avere rimpianti.