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Atletica, comincia il cammino azzurro verso Rio 2016

Dopo una lunga stagione conclusa con la fallimentare spedizione dei Campionati Mondiali di Pechino 2015, l’Atletica Leggera azzurra si appresta a ripartire e a programmare la nuova annata, che culminerà con i Giochi Olimpici di Rio 2016.

Si è tenuto nelle scorse ore a Fiuggi l’incontro tra i vertici della Fidal ed i giornalisti per fare il punto sulla situazione in casa Italia. A prendere la parola è innanzitutto il Presidente della Federazione Alfio Giomi, che non nasconde la delusione per la rassegna iridata svoltasi ad agosto, ma ribadisce alcuni concetti già più volte espressi.

Non è quello il vero volto dell’atletica azzurra“, è il pensiero del numero 1 federale, che sottolinea le cose buone mostrate agli Europei Indoor, all’Europeo per Nazioni e alle rassegne giovanili. Come già accaduto dopo l’evento cinese, Giomi ritorna poi sul nodo dei gruppi sportivi militari, affermando di aver “riscontrato la massima sinergia nel voler seguire un percorso comune”, che vada verso la direzione di un raggiungimento dei risultati adeguati alle aspettative.

È poi la volta del Direttore Tecnico Organizzativo Massimo Magnani, che ribadisce come vi sia una netta differenza “tra la capacità di fare prestazione e la capacità di essere competitivo nel grande evento”: è ciò che dovrà essere ben chiaro nella mente di tutti volgendo lo sguardo al prossimo anno, in cui saranno in programma gli Europei di Amsterdam e soprattutto la manifestazione a cinque cerchi.

Ed infine sono gli atleti stessi a prendere la parola, manifestando i loro stati d’animo a conclusione di 2015 e all’alba del 2016. Si definisce un “autentico sognatore” Fabrizio Donato, bronzo nel salto triplo a Londra 2012, che ha nella mente l’idea di ripetere quel grande risultato anche in Brasile. Motivato pure il compagno Daniele Greco che, in via di ripresa dal lungo infortunio che gli ha fatto saltare i maggior appuntamenti stagionali, afferma che sta già lavorando a fondo per tornare più forte di prima: “La mia atletica non è finita qui”, assicura.

La giovane speranza si chiama Alessia Trost, anch’ella vittima dei numerosi infortuni che hanno falcidiato negli ultimi mesi la nostra nazionale. “È la prima volta che inizio una preparazione invernale guardando a un’Olimpiade: è una motivazione incredibile, totalizzante, che non avevo mai provato prima”, dice emozionata la saltatrice in alto, confortata dal collega Marco Fassinotti, che ha già cominciato il lavoro in palestra prima di riabbracciare la pedana.

Motivate le marciatrici. Smaltita la delusione di Pechino, l’esperta Elisa Rigaudo fa sapere che il prossimo anno gareggerà molto per “riprendere confidenza con i grandi eventi” e per “recuperare le certezze techiche” che sembravano svanite dopo la squalifica mondiale. Chi punta in alto è Antonella Palmisano, una delle più belle sorprese azzurre – “risultato oltre ogni aspettativa”, confessa – che dichiara di voler continuare a stupire marciando “con umiltà”.

A concludere, dopo i maratoneti, capeggiati da Ruggero Pertile e guidati a livello tecnico da Marco Baldini, è Marco De Luca, che d’ora in avanti avrà come suo nuovo compagno  il “rinato” Alex Schwazer, al quale, però, non lesina critiche su alcune dichiarazioni rilasciate dall’altoatesino: “Vorrei rispondere a chi sostiene che ogni atleta, prima o poi, sia tentato dalle scorciatoie. Ecco, a me non è mai successo. Non sono mai stato nemmeno sfiorato dall’idea di barare. Ognuno risponda alla propria coscienza”.

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