Nella serata Champions i bianconeri vanno sotto, trovano il pari prima dell’intervallo, dominano per dieci minuti, restano in dieci e resistono: M’gladbach-Juve è 1-1.
Sul prato del Borussia Park si scrive una pagina da “libro cuore” del calcio: la firma Stephan Lichtsteiner che dopo l’operazione del 2 ottobre per un’aritmia cardiaca benigna torna titolare e firma per la sua Juventus un pari che alla fine va anche bene e la avvicina agli ottavi.
A vedere il bicchiere mezzo vuoto infatti la Signora viene scavalcata in classifica dal City, vittorioso a Siviglia 1-3; i bianconeri ora sono secondi ma con 5 punti di vantaggio sugli andalusi e con i Puledri tedeschi del ‘Gladbach praticamente tagliati fuori per gli scontri diretti.
Non solo, ma il bicchiere diventa mezzo pieno perché il pari arriva giocando quasi tutta la ripresa in dieci, per l’espulsione sciagurata di Hernanes che capita proprio nel momento migliore dei bianconeri costretti poi a subire le scorribande dei padroni di casa e a ringraziare, ancora una volta, San Gigi Buffon per due interventi a dir poco miracolosi su Stindl e Thorgan Hazard.
La serata d’altronde non comincia granché bene: Juve stordita e in bambola nella prima mezz’ora, completamente in balia degli avversari che approfittano del suo atteggiamento passivo e di una disposizione tattica non ancora quadrata.
Al 14’ il promettente 19enne Dahoud coglie una clamorosa traversa; quattro minuti dopo Chiellini la combina grossa sul cross di Traoré e regala il pallone a Raffael che appoggia a Johnson che insacca all’angolino.
La Juve fatica a trovare sbocchi in avanti: Morata e Dybala scollati, Hernanes imballato. Man mano però il Gladbach cala il ritmo e i bianconeri per inerzia escono fuori: prima con un colpo di testa quasi fortuito di Evra che Sommer tampona in angolo; e poi col gol dell’insperato pareggio.
A una manciata di secondi dal termine Pogba fa il Pogba: lancio a scavalcare la difesa per l’inserimento di Lichtsteiner, lo svizzera tira al volo e gonfia la rete. È l’1-1: un gol praticamente identico per costruzione e inserimenti ai tanti segnati dall’esterno ex Lazio nei tempi in cui alla Juve c’era un certo Andrea Pirlo…
La Juve va all’intervallo col sospiro di sollievo, e torna in campo praticamente ravvivata: Pogba adesso è super, anche Dybala sembra essersi acceso; il francese prima e Morata poi sfiorano il raddoppio. Poi arriva il fattaccio.
Hernanes entra duro su Dominguez dopo aver perso un pallone: l’intervento è a martello e a piedi uniti, ma non tocca la gamba dell’avversario. Kuipers ravvisa la cattiveria ed estrae il cartellino rosso diretto. È un fallo inutile che cambia drasticamente il tema tattico della partita e rovina i piani in bianconero di Allegri.
Il mister livornese mette in campo Cuadrado al posto di Dybala, poi ripiega ancora di più togliendo pure Morata per inserire Barzagli e dare maggiore copertura negli ultimi metri. La Juve giocoforza arretrata per la mancanza di attaccanti e si aggrappa disperatamente a Gigi Buffon.
Il portierone è superlativo prima su un colpo di testa di Stindl, poi su un gran tiro di Thorgan Hazard. La Juve regge fino alla fine e conquista un pari che, visti gli scenari, vale quasi quanto una vittoria. Gli ottavi sono più vicini, il cuore-Juve di Licht è tornato a battere e correre, anche se bisogna anche lavorare tanto per tornare ai grandi livelli della scorsa stagione.
Queste le immediate dichiarazioni del post-gara.