Il verdetto tanto atteso è arrivato e, seppur in parte preventivabile, ha di certo del clamoroso: la Russia dell’Atletica Leggera è fuori, per un anno e con effetto immediato, da ogni competizione internazionale. Ciò significa che non vedremo rappresentanti russi neppure nell’evento sportivo più importante, i Giochi Olimpici di Rio 2016.
È giunta quasi all’unanimità la sentenza: ventidue voti favorevoli contro un solo contrario, tra i rappresentanti della Federazione Internazionale d’Atletica che, riunitisi con urgenza, hanno giudicato gravissime le colpe della dirigenza russa circa lo scandalo esploso in questi ultimi giorni.
Il numero 1 della più prestigiosa disciplina olimpica, Sebastian Coe, commenta amareggiato: “Abbiamo potuto constatare il fallimento della Federatletica russa e abbiamo quindi preso l’unica decisione che fosse giusta: sospenderli“.
Parla di “punto vergognoso“, inoltre, lo stesso presidente IAAF, che intima a ogni federazione come d’ora in avanti non ci si potrà più “perdere in chiacchiere” e ogni illecito sarà colpito duramente al fine di “riportare fiducia nel nostro sport”.
Gli atleti russi non potranno neppure prendere parte ad eventi di promozione dello sport come la World Race Walking Cup a Cheboksary nel 2016 e il World Junior Championships a Kazan e dovranno inoltre essere controllati costantemente. Per giunta, tutte le manifestazioni internazionali organizzate dal Paese dovranno essere riassegnate ad altri.
Una vera stangata, insomma. Ma il provvedimento è provvisorio: possibili e probabili, infatti, i ricorsi da parte degli alti rappresentanti dello Stato governato da Vladimir Putin, che pure aveva sempre auspicato la necessità di estromettere i colpevoli, lasciando però la possibilità agli innocenti di continuare a svolgere il proprio mestiere.
Strenua è pure la difesa del Ministro dello Sport Vitaly Mutko, che respinge l’ipotesi dimissioni e rilancia: “Stiamo facendo ogni sforzo possibile nella lotta al doping – sono le sue parole – Se le nostre misure non sono sufficienti, ne prenderemo delle altre”.