Due vittorie casalinghe con due risultati tondi: comincia così la 15ᴬ giornata di Serie A. Nel primo anticipo 2-0 del Toro sul Bologna; in serata il netto 4-1 del Milan sulla Samp.
All’Olimpico di Torino va dunque in scena il primo k.o. di Roberto Donadoni sulla panchina bolognese: la sconfitta arriva al termine di una partita molto chiusa e ben organizzata dei felsinei, spesso rintanati indietro con tutti gli undici a protezione della porta, che però cedono nel finale al ritorno di fiamma dei granata.
Per il Toro è la seconda vittoria consecutiva dopo l’affermazione di Bergamo. Tre punti pesantissimi giunti grazie al canto del Gallo Belotti, al primo gol con la maglia torinista dopo 543 minuti di digiuno quest’anno, e alla prodezza di Vives nel finale con una rete segnata praticamente dalla linea di fondo in pieno recupero.
Fino a quel punto era stato il Torino a meritare l’intera posta, con la clamorosa traversa di Quagliarella e due interventi decisivi di Mirante.
Il risultato più importante però lo consegue il Milan, che in una notte scaccia via gli incubi della crisi e libera l’armadio da tutti i fantasmi: Mihajlovic dà un segnale ai mugugni – e indirettamente anche al presidente Berlusconi – dando un solenne dispiacere alla sua ex squadra, la Sampdoria, battendola 4-1.
Risultato perentorio, quello di San Siro, che ridà fiato alle trombe rossonere con un ventenne a capo della banda: è M’Baye Niang, una doppietta e un assist nella serata che vede il Milan giocare finalmente con le idee chiare, e col nuovo 4-4-2 messo in campo dal suo tecnico.
Un modulo che fa viaggiare alla grande i rossoneri, che chiudono il primo tempo in vantaggio col gol di Bonaventura – tra i migliori dei suoi, insieme a un Cerci in rampa di lancio – proprio su assist del francese, che poi prima dell’intervallo raddoppia su rigore.
Nella ripresa c’è ancora tempo per vedere la personale doppietta dell’ex Montpellier e Genoa e l’acuto di Luiz Adriano, prima dell’inutile gol della bandiera doriana segnato da Eder su rigore.
Uno show del Diavolo, insomma, davanti a un Montella che incappa invece nella seconda sconfitta di fila. Ferrero riflette sul suo presente e forse ripensa anche al suo passato, Mihajlovic, che ora è al Milan e per una notte si prende tutta la sua vendetta.