La partecipazione ai Giochi Olimpici di Rio 2016 è ormai utopia, dal momento che ad accaparrarsi i soli due posti disponibili saranno Elisa Di Francisca ed Arianna Errigo, oro e argento a Londra 2012. E così, a 41 anni, Valentina Vezzali, probabilmente la più grande atleta italiana di tutti i tempi, annuncia il proprio ritiro dall’attività agonistica al termine dei Campionati Europei 2016 in programma nel mese di giugno.
La decisione, comunque meditata da tempo, è giunta all’indomani della non brillante performance al Trofeo Inalpi di Torino, prova di CDM di fioretto in cui ha dovuto arrendersi ai sedicesimi di finale alla connazionale Chiara Cini. “Non è facile pensare che questa sia la mia ultima stagione perché la scherma è una passione, è parte di me“, sono le sue parole rilasciate alla Gazzetta dello Sport. “Sapevo che prima o poi sarebbe finita, ma sono serena e tranquilla”.
Con lei si chiuderà un pezzo di storia dello sport, non soltanto della scherma e non soltanto azzurro. Basti citare soltanto alcuni numeri per comprendere la sua immensa grandezza: 6 ori olimpici tra Atlanta ’96 e Londra 2012, di cui tre individuali; 16 ori mondiali tra Atene ’94 e Mosca 2015, di cui sei individuali; 13 ori europei tra Linz ’93 e Montreaux 2015, di cui 5 individuali; 11 Coppe del Mondo, con 79 vittorie totali.
Cos’altro aggiungere della fiorettista jesina, se non che al di là dei numeri è stata un’icona per lo sport globale, ha entusiasmato tanti appassionati sulle pedane e ha permesso a tante connazionali di avvicinarsi alla scherma seguendo le sue gesta? “Sono cresciuta in un gruppo forte“, dichiara il Commendatore della Repubblica, citando le varie Trillini, Bianchedi, Bortolozzi, atlete a loro volta capaci di importanti imprese, dalle quali ha potuto apprendere “la cultura del lavoro” e con le quali ha contribuito a formare quel Dream Team che resiste ancora oggi sulla scena mondiale.
Abbandonerà l’attività agonistica, Vezzali, ma non lo sport: “Resterò in questo mondo – assicura – Andrò a parlare nelle scuole per provare a migliorare la cultura sportiva, [provando a far capire] la valenza sociale dello sport”.