Le porte del Team Katusha a Luca Paolini potrebbero non essersi chiuse definitivamente. Il corridore lombardo, trovato positivo alla cocaina in un controllo effettuato nel corso della quarta tappa del Tour de France, è stato immediatamente sospeso dalla squadra, ma la decisione del Cio in merito tarda ad arrivare.
La sua vicenda è del tutto particolare poiché è stato lo stesso atleta ad assumersi le piene responsabilità dell’accaduto, facendo chiaramente intuire come l’assunzione della sostanza illecita fosse stata dovuta ad un momento di debolezza personale che poco ha a che fare con il mondo delle corse.
A parlare ora, nell’imminenza della nuova stagione, è il general manager della squadra russa Viatcheslav Ekimov, che a Cyclingnews fa il punto della situazione. Rammaricandosi per la tardività della decisione dell’Uci sulla questione, il direttore sportivo dichiara che, qualora l’Unione Ciclistica Internazionale dovesse dare il via libera al corridore, ci sarebbe un immediato incontro con l’intero staff del team per discutere del suo eventuale reintegro, che va preso in considerazione.
“Luca è Luca, è un gran corridore con grande esperienza, ma dall’altra parte la sua immagine è danneggiata. Non è mai facile sanare la reputazione, specialmente quando si parla dello stesso team, della sua immagine”. Lo stesso Ekimov confessa poi di aver praticamente rotto i contatti con Paolini dallo scorso luglio e “il solo dialogo è stato con il suo agente via e-mail”. “Luca non ha mai espresso le sue emozioni ed è difficile capire cosa stia passando per la sua testa“.
Rientrare alle corse sarebbe possibile soltanto qualora il vincitore della Gand-Wevelgem 2015 si stesse allenando con assiduità e sarebbe pronto a rientrare in squadra in ogni momento. Ma nessuno conosce le sue reali intenzioni: “Se si sta allenando, vuol dire che vorrà rientrare nel ciclismo”, conclude Ekimov, augurandosi comunque di poter riabbracciare il figliol prodigo.