Non c’è pace per la FIFA. Il massimo organo del calcio mondiale colpito da un nuovo blitz della polizia svizzera, su mandato USA: oltre 10 fermi a Zurigo.
Il blitz che ha portato all’arresto di dieci attuali ed ex alti funzionari è scattato stamane alle 6 in un lussuoso albergo della capitale elvetica, il “Baur ai Lac”: le persone finite in manette sono accusate di “associazione a delinquere, riciclaggio di denaro sporco e frodi”.
Tra i fermati non compare il nome di Sepp Blatter: il presidente della FIFA, insieme al numero uno della Uefa, sta tra l’altro già scontando 90 giorni di sospensione in relazione alla prima fase dell’inchiesta della Procura svizzera sulla corruzione.
Gli alti funzionari della Fifa coinvolti in questo ciclo di arresti avrebbero accettato, secondo le tesi delle autorità, denaro per la vendita di diritti di commercializzazione legati a tornei di calcio in America latina e a partite di qualificazione per i campionati mondiali di calcio.
Secondo la domanda d’arresto i reati sono stati in parte concordati e preparati negli USA – Paese da cui è partita questa tranche di arresti – e i pagamenti si sono svolti attraverso banche statunitensi.
Tra gli arrestati ci sono, fra gli altri, il presidente della Confederazione Sudamericana del Calcio (Conmebol), il paraguayano Juan Angel Napout, e l’honduregno Alfredo Hawit, presidente della Concacaf (Nord e Centroamerica e Caraibi): entrambi vicepresidenti della Fifa e membri del comitato esecutivo.
La Fifa ha affidato la sua reazione a uno scarno comunicato ufficiale: «La Fifa è consapevole delle azioni intraprese oggi dal Dipartimento di Giustizia americano. La Fifa continuerà a cooperare pienamente con le indagini degli Stati Uniti, come consentito dalla legge svizzera, nonché con l’indagine condotta dall’Ufficio federale di giustizia svizzero».
Questa la conclusione della nota: «La Fifa non farà ulteriori commenti sugli sviluppi degli avvenimenti di oggi».