Mandzukic-Dybala Supercoppa Italiana Juventus

Serie A, 15ᴬ giornata: il punto su Juve, Roma e Inter

Una squadra che ha ripreso la marcia, un’altra in caduta libera, un’altra ancora che viaggia in vetta dall’inizio del campionato di Serie A. Questa la situazione di Juve, Roma e Inter.

I bianconeri hanno centrato con la Lazio la quinta vittoria consecutiva in campionato (sesta calcolando anche la vittoria in Champions con il City) e dato la sensazione di essere sulla strada giusta per la rimonta.

La squadra di Allegri non è ancora il caterpillar dello scorso anno, ma i segnali della riscossa sono tutti convincenti. Anche se venerdì una grande mano alla Signora l’ha data anche la Lazio: senza midollo, senza energie mentali prima che fisiche e francamente senza idee (Pioli a rischio, Biglia in lacrime a fine partita, Lotito contestato: insomma, un caos in biancoceleste).

Dalla difesa, ritornata granitica dopo i balbettamenti di inizio stagione (Buffon non prende gol da oltre 360’), a un centrocampo che pur senza nomi di grido sta pian piano crescendo – in attesa del miglior Pogba.

Che dire poi dell’attacco? Dopo i mugugni della piazza sulla resa di Mandzukic e le inquietudini legate al mancato utilizzo di Dybala, Allegri ha finalmente trovato la quadra giusta: da quattro partite di fila la coppia d’attacco è questa qui, e i risultati son sempre stati soddisfacenti.

Il croato è ormai entrato negli schemi e si mette sempre a disposizione della squadra, lavorando di fisico e di sponda (e, quando gli capita, anche di testa o di piede, insaccando gol importanti).

Anche il piccolo argentino, finora capocannoniere juventino con 7 reti, è ora protagonista di una crescita esponenziale che, dopo il gol decisivo al Milan, lo sta trasformando in peperino tuttofare in mezzo al campo, con alcuni colpi di tecnica sopraffina che fanno brillare gli occhi ai tifosi in prospettiva presente e futura.

Insomma, questa Juve sta tornando grande, e in appena 3 giornate ha ricucito tutto lo svantaggio accumulato, ad esempio, sulla Roma.

I giallorossi sembrano in irrefrenabile caduta libera: a Torino è arrivato il secondo punto in tre partite (dopo il pari di Bologna e il clamoroso k.o. in casa con l’Atalanta). Impacciata nella manovra, involuta nell’atteggiamento, la Roma si spegne sul più bello, quando il gioco comincia a farsi duro.

Colpa anche della sfortuna – gli infortuni di Salah e Gervinho, frecce veloci all’arco di mister Garcia? Colpa dei rigori dati contro (ieri il terzo in tre partite)?

Anche, ma non solo. Il penalty incassato a Torino al 94’ suona come una beffa a ulteriore danno in un periodo reso complicatissimo soprattutto dalla tremenda scoppola di Barcellona. La Roma balbetta tanto, e ora è attesa dall’ultimo test di Champions: mercoledì col Bate bisogna vincere per evitare guai, e Garcia deve farlo anche per salvare la propria panchina.

Chi invece è in posizione salda e si è ripreso immediatamente dopo il k.o. di Napoli è Roberto Mancini: la sua Inter ha centrato con il Genoa l’ottava vittoria per 1-0 in campionato. Un risultato di marca nerazzurra ormai.

Stavolta però il passivo sarebbe potuto essere ben più ampio: gli interisti hanno finalmente convinto anche dal punto di vista del gioco, con una manovra avvolgente e spumeggiante, e con Biabiany e Ljajic particolarmente in forma e una difesa mai in affanno.

Gol magari un po’ fortunoso, quello del serbo, ma vittoria di sicuro meritata per il Biscione, che si è ripreso la vetta della Serie A, in attesa della partita del Napoli, fra poco meno di tre ore a Bologna.

Forse, in casa Inter, si è aperto un caso-Icardi: Mancini ieri ha vinto relegando l’argentino a spettatore panchinaro di lusso. Sarà stato solo un caso, che i nerazzurri sono arrivati al successo giocando bene anche senza l’ex Samp? Solo le prossime giornate potranno stabilirlo.

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