La 15ᴬ giornata di Serie A ha detto anche altro: il Napoli è tornato a conoscere una sconfitta, la Fiorentina ha vinto e convinto, il Milan è tornato indietro.
Maledetta Emilia, mister Sarri! Dopo la sconfitta alla prima giornata del campionato a Reggio Emilia, casa del Sassuolo, il suo Napoli non si era più fermato centrando 13 risultati utili consecutivi e vincendole praticamente tutte al San Paolo. La trasferta di Bologna invece ha aperto una crepa nelle convinzioni azzurre.
Brusco risveglio al Dall’Ara, per Higuain e co.: certo, l’argentino ha fatto 14 in campionato – una media realizzativa pazzesca, per El Pepita, sulla falsariga degli alieni che per esempio giocano in Liga – ma si è svegliato troppo tardi, insieme al resto della squadra.
Troppo ampio il divario costruito da un Bologna eccezionale, che Donadoni ha rimesso in sesto trasformandolo in una squadra spaventa-grandi (qualche settimana fa, il pari strappato nel pantano alla Roma…). Con un Mattia Destro che segna ormai solo gol pesanti.
Il Napoli dunque torna di nuovo dietro all’Inter: un testa a testa avvincente e battagliero che animerà probabilmente la Serie A fino a Natale.
E dietro all’Inter, ma poco più in alto rispetto agli azzurri, c’è la Fiorentina di Paulo Sousa: 3-0 senza fronzoli all’Udinese. Il tecnico portoghese sembra aver finalmente la quadra: Borja Valero e Ilicic dietro a Nikola Kalinic, e Bernardeschi retrocesso si fa per dire sulla linea dei centrocampisti.
Dopo i due pari con Empoli e Sassuolo, in cui sembrava essersi inceppato il giochino, la Viola ha deciso di dare una nuova accelerata: bisognerà vedere se la Fiorentina riuscirà a tenere il ritmo fino alla fine del campionato. Di qualità, comunque, ce n’è davvero tanta; e i tifosi sognano l’Europa con la C maiuscola…
Chi invece sembra attardato è il Milan di Mihajlovic: lo 0-0 col Carpi ha rimesso in luce tutte le ambasce dei rossoneri, che procedono troppo a sprazzi per poter pensare di impensierire la truppa delle grandi che governa il campionato.
Il Diavolo inoltre ha anche rischiato con la matricola di Castori, bravissima a tenere in ansia la retroguardia rossonera soprattutto nel primo tempo e ottima poi nel reggere l’urto degli ultimi assalti milanisti. È stata una partita maschia, con contrasti molto duri e colpi a volte molto proibiti.
Il pari va meglio al Carpi – secondo 0-0 con una big al Braglia, anche se per la salvezza i biancorossi ora dovranno fare di più – e frena ovviamente la corsa dei rossoneri. Miha non fa in tempo a rimettersi in sesto, che subito si rimette suo malgrado in posizione precaria. La squadra è quello che è, e bisognerà lottare come non mai quest’anno per sperare in qualche piazzamento europeo.