Una Roma confusa riesce nell’obiettivo minimo: ottenere lo stesso risultato del Bayer, pareggiare col BATE e qualificarsi. Ma i giallorossi escono tra i fischi.
Paradossi di una serata che all’Olimpico prometteva gol e spettacolo, contro un avversario che però sulla carta è (stato) modesto: alla fine quelli che recriminano sono i giallazzurri bielorussi, più vicini a sfiorare il colpaccio nel secondo tempo.
E invece è la Roma a qualificarsi, facendo però una fatica immane: una fatica prima di tutto mentale, con le gambe bloccate, la manovra che ristagna e si accende a fiammate su qualche invenzione sulle fasce e poco altro, e con le orecchie tutte proiettate alla Bayer Arena.
Lì il risultato è 1-1 alla fine del primo tempo; all’Olimpico invece lo 0-0 tiene fino alla fine, nonostante due occasioni clamorose capitate a inizio ripresa sui piedi dei giallorossi, prima con Džeko e poi con Florenzi (Chernik sontuoso in uscita) e sul corrispettivo in salsa ospite sventato in entrambi i casi da uno Szczesny straordinario bravo a tenere a galla i suoi soprattutto su Gordeichuk e poi su azione iniziata da un tiro di Mladenovic.
Insomma, tanta paura all’Olimpico forse non si era mai vista: di sicuro l’hanno provata i giallorossi in campo, e quelli in panchina con Garcia i giocatori e lo staff a chiedere in continuazione aggiornamenti dalla Germania.
Per questo il bicchiere mezzo vuoto trangugiato dai tifosi merita qualche mugugno: e infatti la protesta del pubblico giallorosso è esplosa vibrante a fine partita. I paradossi del calcio: nonostante gli ottavi di Champions riconquistati dopo 5 lunghi anni – questo il bicchiere mezzo pieno – la Roma è uscita tra i fischi assordanti dello stadio.
Il momento delicato continua: la ferita aperta da Barcellona non si è ancora rimarginata, e i giallorossi arrancano alla ricerca di un nuovo assetto mentale che li trasporti fuori dal pantano.
La situazione ambientale è quella che è a Roma. Almeno però l’ASR è tornata agli ottavi: ad agosto al tempo dei sorteggi era il risultato minimo, vista l’intoccabilità assodata del Barcellona. Il modo in cui questa qualificazione è arrivata è un’altra storia. Che la Roma ha già vissuto e che spera di dimenticare presto rituffandosi a tutto spiano nel campionato.