Lazio e Samp: due facce della stessa medaglia. Il Monday night della 16ᴬ di Serie A ha confermato ancor di più la crisi di entrambe le compagini.
Il pari suona per di più come una beffa per i biancocelesti romani, contestati già la scorsa settimana a Formello (sacchi di letame e slogan contro il presidente Lotito) e ancora al centro della polemica dei tifosi alla fine della sfida contro la Sampdoria.
Un 1-1 che risuona di tutti i malumori dell’ambiente capitolino, per nulla placatosi dopo la qualificazione in Europa League. L’andamento della Lazio da fine ottobre a ora è stato a dir poco fallimentare: appena due punti in otto partite, un’autentica miseria che ha fatto calare in classifica la squadra romana fino alle posizioni pericolose a ridosso della zona retrocessione (-6 dalla quartultima).
La squadra va bene solo in Europa; mancano finora i guizzi e gli scatti d’orgoglio soprattutto dei big, con una difesa che risente come non mai dell’assenza di De Vrij, un Candreva nervoso, un Felipe Anderson lontano parente di quello prodigioso dello scorso anno e un attacco abbastanza anemico.
Anche la stessa esultanza di Alessandro Matri, al secondo gol consecutivo dopo quello al Saint-Étienne, che si è rivolto in modo polemico verso la panchina biancoceleste, dà l’idea di tutti i sussulti interni allo spogliatoio biancoceleste: Pioli sembra non riuscire a venirne a capo, la dirigenza non dà risposte convincenti e i tifosi sono a dir poco esasperati.
L’altra metà dell’Olimpico dunque contesta a suon di fischi: ora c’è la prova in Coppa Italia con l’Udinese che vale come ultima chiamata, prima della sfida “impossibile o quasi” all’Inter capolista domenica sera. Per entrambe le occasioni probabilmente non ci sarà Federico Marchetti.
Grottesca situazione, quella del portiere laziale: uno scatto da centometrista per esultare il gol del vantaggio di Matri, e una fitta alla coscia che l’ha costretto a chiedere il cambio. Una beffa nella beffa, visto com’è finita la partita.
A gioire, seppur a mezza bocca, è la Sampdoria: Montella ha ottenuto finalmente il suo primo punto nell’avventura blucerchiata, grazie all’insperato jolly trovato a tempo scaduto dal bosniaco Zukanovic (secondo gol consecutivo dopo quello nel recupero contro il Sassuolo).
L’ex Chievo ha salvato la Doria, ma la crisi è tutt’altro che finita: la partita con la Lazio doveva servire a togliere le ragnatele dalla casella delle vittorie, immacolata dal 25 ottobre – 4-1 al Verona. I blucerchiati sono ancora nel tunnel e a luci spente.
Il cambio di panchina non sembra per ora aver sortito quel cambio di passo che il patron Ferrero si auspicava. È pur vero che ieri Montella ha provato a giocarsela senza le due punte Eder e Muriel – italo-brasiliano tenuto a riposo per la Coppa Italia (giovedì al Ferraris arriva il Milan), il colombiano è entrato nella ripresa e provato con qualche accelerazione a sorprendere i biancocelesti – e con un Cassano tutt’altro che guarito dalla mancanza di forma di questi primi mesi genovesi.
La sensazione è che, dopo la prima buona parte di campionato, la Sampdoria sia tornata a essere quel cantiere in corso ammirato già nella disfatta di EL con il Vojvodina. L’Aeroplanino dovrà lavorare e non poco per dare alla sua Doria l’identità giusta per tornare presto in alto.
Ora c’è il Milan; domenica il Palermo. Dopo la sosta natalizia binomio terribile: derby col Genoa e Juventus. La Sampdoria è avvertita, e anche Montella.