La notizia che piombò sulle prime pagine dei quotidiani sportivi lo scorso 11 luglio sorprese tutti: Luca Paolini positivo alla cocaina durante un controllo al Tour de France”. Un fulmine a ciel sereno che aveva investito uno degli atleti più rappresentativi del ciclismo azzurro. Ma si intuì subito come quella positività aveva poco a che vedere con la piaga del doping: c’era ben altro dietro quella vicenda, si trattava di un problema che oltrepassava il piano sportivo e andava a toccare quello umano.
Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, a distanza di cinque mesi, il corridore lombardo si confessa a cuore aperto, raccontando il suo dramma che l’ha portato, qualche anno fa, ad entrare a contatto con la droga. Tutto iniziò nel 2004 in seguito alla morte del cognato, evento che l’aveva fatto piombare in uno stato depressivo da cui non è facile uscire.
Fu in quel momento che cominciò ad avvertire a tratti un senso di inadeguatezza interiore e fu in quel momento che iniziò ad assumere sonniferi prima di dormire. Ma si accorse ad un certo punto che neppure quelli bastavano per placare il suo stato di insofferenza, di disagio verso la società esterna. E così entrò in gioco quella terribile sostanza chiamata cocaina, l’apparente risoluzione dei problemi della vita, il rifugio in un paradiso artificiale che ti allontana dalla società.
“È stato inevitabile, l’ho fatto senza quasi essere consapevole di farlo”, racconta sul quotidiano rosa, ricordando come “il vero problema [fosse] la vita di tutti i giorni, i problemi grandi e piccoli”, che si sommano “allo sport, alle tensioni, allo stress”. L’episodio del Tour si è rivelato un toccasana per risalire da quel fondo che aveva toccato. Ha così avuto l’umiltà di chiedere aiuto ai cari ed ora assicura di essere “più sereno, equilibrato, tranquillo. “Prima avevo persino timore di presentarmi alla gente, stavo malvolentieri con gli altri”, rivela, aggiungendo ora di essere “rinato come uomo“.
Non sappiamo se Paolini avrà la possibilità di tornare a correre, dal momento che l’Uci non si è ancora espressa circa una eventuale squalifica. Sappiamo però che il team manager della Katusha Viatcheslav Ekimov gli ha lasciato una porta aperta, che il ciclista lombardo meriterebbe per concludere nel modo più degno una carriera che l’ha visto regalare tante emozioni agli appassionati.
AGGIORNAMENTO 29/12/2015. Luca Paolini puntualizza la sua situazione, precisando di non esser mai stato dipendente dalla cocaina, come alcune testate avevano scritto, ma soltanto dalle benzodiazepine contenute nei sonniferi.
Questo il comunicato: “Mai il Sig. Luca Paolini è stato, né lo è tuttora, dipendente da cocaina, né, parimenti, mai si è recato presso alcuna struttura clinica per curare una asserita propria dipendenza da tale stupefacente. Corrisponde, invece, a verità che l’atleta, per curare una dipendenza da benzodiazepine contenute in semplici sonniferi, abbia intrapreso un percorso di disintossicazione, che nulla ha a che vedere con quanto erroneamente riportato nei predetti articoli giornalistici”.