Il 2015 volge al termine e, in attesa di tuffarci in una nuova intensa stagione, riviviamo le emozioni dell’anno ormai concluso. Tanti i momenti avvincenti del ciclismo: quest’oggi ripercorreremo la rassegna dei Campionati Mondiali su strada (Richmond, Usa) e su pista (Saint Quentin, Francia).
Negli Stati Uniti ha festeggiato Peter Sagan: mancava ancora una Classica monumento nel palmares del grandissimo talento slovacco. Ma a 25 anni può finalmente affermare di vantare una meritatissima maglia iridata, conquistata al termine di una prova corsa in maniera oculata, con un attacco da perfetto finisseur che ha messo al tappeto tutti.
“Una maglia iridata che rende tutti felici, quella assegnata a Richmond 2015. Non saranno certo d’accordo gli sconfitti di turno – Michael Matthews su tutti – ma se lo merita Peter Sagan questo titolo, che sta a significare l’avvenuta consacrazione di un campione fuori dal comune. È il sogno di ogni corridore sin da bambino, quella divisa, e che quel sogno potesse trasformarsi in realtà, il campione slovacco ne è sempre stato perfettamente consapevole”. (incipit dell’articolo pubblicato il 28 settembre).
E l’Italia? “È il Mondiale di Peter Sagan, non è il Mondiale dell’Italia. Sembrava difficile poter far peggio di Ponferrada 2014, quando il migliore dei nostri fu Sonny Colbrelli, tredicesimo, invece è debacle azzurra a Richmond 2015: la nazionale guidata da Davide Cassani termina la prova iridata statunitense in modo anonimo, con Giacomo Nizzolo primo a tagliare il traguardo in diciottesima posizione. Gli azzurri tengono bene la strada per tre quarti di gara, rimanendo coperti e lasciando fare ad altri il lavoro, ma poi si sciolgono come neve al sole. (articolo pubblicato 28 settembre).
Le gioie, dal mondo élite, le regala Adriano Malori, che coglie una preziosissima medaglia d’argento alle spalle di Vasil Kiryenka nella prova a cronometro. “Malori ha fatto un grande mondiale e ora è un punto di riferimento globale”, aveva dichiarato il ct azzurro l’indomani della ottima prestazione, riconoscendo la crescita costante di cui è stato protagonista il corridore parmense.
E ben si è comportata anche la selezione under 23 diretta da Marino Amadori. Sfortunatissimi, gli azzurrini, ma con tanto cuore sono riusciti a piazzarsi al secondo e al quarto posto grazie a Simone Consonni e Gianni Moscon, beffati soltanto dai più sagaci francesi Kevin Ledanois e Anthony Turgis.
Dalla strada alla pista: in una disciplina in cui per decenni abbiamo dominato, ma nella quale negli ultimi vent’anni abbiamo fatto un’immane fatica, ecco finalmente l’inversione di tendenza, palesatasi ai Mondiali francesi di Saint Quentin en Yvelines disputati lo scorso febbraio. Due medaglie – un argento e un bronzo, entrambi con lo zampino del leader Elia Viviani, che sarebbe diventato qualche mese più tardi il nuovo campione europeo dell’omnium – che speriamo possano essere di buon auspicio verso un’annata che ha l’appuntamento clou nei Giochi Olimpici di Rio 2016.
“Dietro i medagliati […] rincuora sapere che giovani talenti crescono e, con la collaborazione dei commissari tecnici Marco Villa, Edoardo Salvoldi e Davide Cassani, paiono aver compreso l’importanza della pista anche ai fini di una soddisfacente attività su strada (articolo 23 febbraio).