La 20ᴬ di Serie A si conclude così: Milan-Fiorentina finisce 2-0, i rossoneri salgono al sesto posto e inguaiano i viola di Sousa al 2° k.o. di fila. In gol Bacca e Boateng.
Il Diavolo torna a infilzare una grande, dopo gli alti e i bassi di una stagione ancora una volta complicata; per una volta però c’è continuità, e Miha si gode la seconda vittoria di fila a San Siro – dopo il successo di Coppa Italia col Carpi – e una squadra finalmente diligente, capace di fare tre volte risultato fra Roma, Carpi e Fiorentina appunto.
Il tecnico serbo ridà un’aggiustatina alla panchina, traballante praticamente da inizio stagione, e in un colpo solo scavalca Empoli e Sassuolo accomodandosi al 6° posto in classifica: non è tanto, ricordando le ambizioni da grandeur di inizio stagione, ma è pur sempre qualcosa.
I viola invece restano inchiodati al 4° posto: fortuna che anche l’Inter ha frenato, altrimenti per la squadra di Paulo Sousa questo turno sarebbe stato un incubo, con Napoli e Juventus a menare le danze in testa e altri punti lasciati per strada dopo la disfatta di otto giorni fa con la Lazio.
La Fiorentina insomma arranca nel momento in cui dovrebbe fare il salto di qualità: l’etichetta di “eterna incompiuta” rischia di trasformarsi in maglia nera, davanti a una squadra che soffre l’assenza di Gonzalo Rodriguez e che resta abulica anche nel gioco, con il centrocampo che ispira poco e Kalinic che si insabbia irretito dalla difesa non da alieni del Milan.
Il Milan, invece, si gode il nuovo e il vecchio ritrovato. Da una parte Carlos Bacca, sempre più uomo-squadra e goleador che arriva a 9 gol in una squadra che segna poco (il colombiano ha segnato praticamente un terzo delle reti fatte da tutti i rossoneri finora, 27). L’ex Siviglia si inventa il gol che sblocca la gara al 4’: lancio di Bonaventura, partenza defilata, dribbling su Tomovic e palla nell’angolo lontano, 1-0 Milan.
Dall’altra Kevin-Prince Boateng, il “figliol prodigo” tornato a casa dopo la parentesi tedesca che si ricorda come si segna all’88’, una decina di minuti dopo il subentro in campo, su lancio di Kucka: il Boa anticipa Tatarusanu e deposita in rete, esibendosi in una capriola mozzafiato: il modo migliore per festeggiare il bentornato a casa.
In mezzo c’è un Milan che non crea tanto ma che nemmeno soffre, giocando una gara diligente e senza rischi; la Fiorentina non si rende praticamente pericolosa, irretita dalla gara accorta e abbottonata che giocano Antonelli su Bernardeschi, Romagnoli al centro della difesa e il centrocampo del Milan, con Bertolacci e Bonaventura ampiamente sulla sufficienza.
Paulo Sousa paga la serata-non serata dei suoi giocatori solitamente più ispirati, da Borja Valero all’insufficiente Ilicic; ci prova pure nel finale inserendo Pepito e Babacar, ma alla fine gioisce il Milan. La curva, pur in mezzo ai cori anti-Galliani, stavolta esulta con la squadra: il Diavolo torna grande per una sera, e i tifosi sperano che sia solo un antipasto.