L’ultima partita di una carriera durata vent’anni, che gli ha regalato e ci ha regalato tante emozioni e successi prestigiosissimi. Sceglie il torneo di casa per congedarsi dal tennis, Lleyton Hewitt, che esce di scena al secondo turno degli Australian Open 2016 e lascia, come promesso ormai un anno fa, lo sport che finora è stato la sua vita.
Due titoli Slam – US Open 2001 e Wimbledon 2002 – accanto agli altri ventotto trofei alzati in carriera (l’ultimo a Newport due stagioni fa) e 80 settimane di permanenza al numero 1 del ranking ATP: questi i più significativi numeri dell’ex campione australiano, certamente il giocatore di maggior spessore nell’epoca a cavallo tra i domini di Pete Sampras e Roger Federer.
La sconfitta subita a Melbourne contro David Ferrer è l’ultima, prima di dedicarsi completamente alla sua famiglia: “Sono davvero felice di aver chiuso la mia carriera qui davanti a voi, siete stati incredibili in questi anni“, sono state le sue parole piene di emozione.
Doveroso l’omaggio a Hewitt, ma il secondo turno del primo Slam della stagione ha vissuto quest’oggi tanti incontri. Nessuna sorpresa tra i big: avanzano in tabellone i vari Andy Murray, Stanislas Wawrinka, Milos Raonic, mentre le uniche teste di serie che lasciano solo Jack Sock (25) e Jeremy Chardy (30). Finisce Ko anche Fernando Verdasco, protagonista dell’eliminazione di Rafa Nadal al primo turno, ma che finisce sconfitto contro l’israeliano Dudi Sela.
Non ce la fa Simone Bolelli, che viene respinto in quattro set da un altro atleta di casa, Bernard Tomic: 64 62 67 (5) 75 il punteggio in favore dell’aussie, abile a sfruttare il servizio (24 aces) per mandare al tappeto il bolognese. E così l’unico azzurro in tabellone è Andreas Seppi, che domani se la vedrà contro Novak Djokovic.
Aspettando di assistere all’incontro di Roberta Vinci, impegnata domani nel terzo turno per tenere alto il tricolore nel main draw femminile, dove continua il buon momento di Viktoria Azarenka, ormai in procinto di vedersela agli ottavi con Garbine Muguruza. Fuori la tedesca Sabine Lisicki e la serba Jelena Jankovic.
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