Due anticipi, stesso risultato: il sabato della 26ᴬ di Serie A regala due identici risultati. Il derby di Verona e Inter-Samp finiscono infatti 3-1. Le sintesi.
Ripartiamo proprio dal match di San Siro giocato in serata, al cospetto di due grandissimi ex: Ronaldo e José Mourinho, seduti entrambi in tribuna al fianco di Javier Zanetti. Una partita che ha riempito di nostalgia e ammirazione i cuori dei tifosi nerazzurri, che per una sera hanno ritrovato pure il sorriso.
Dopo la sconfitta di Firenze, ennesima crepa in una stagione che pareva trionfale, l’Inter invece si è rimessa in carreggiata. Resta quel piccolo neo, sul gol concesso alla Samp a risultato acquisito (al 92’ Quagliarella ha firmato il primo gol nella sua seconda avventura alla Doria) ma almeno il risultato stavolta c’è.
Roma scavalcata e Fiorentina a -1: i tre punti regalano a Mancini una notte e una settimana senz’altro più tranquille. Di certo non è stata un Inter spettacolare, specie nel primo tempo messa sotto dagli avversari più volitivi e pericolosi dalle parti di Handanovic.
Ma segnali di cui rallegrarsi ci sono comunque: nella serata che vede il ritorno al gol di Icardi – 11esima rete stagionale, dopo un coast-to-coast palla al piede da poco dietro al centrocampo concluso di giustezza di sinistro sul palo più lontano – a sbloccare la partita ci hanno pensato due bomber che non t’aspetti.
Nel primo tempo dapprima D’Ambrosio, bravo a farsi trovare pronto sulla sponda di Murillo da calcio d’angolo: è suo il primo gol “italiano” dell’Inter quest’anno; poi nella ripresa Miranda, sulla zuccata di Felipe Melo.
Segna chi di solito è abituato a non far segnare gli avversari, nell’Inter odierna. E vedere il bicchiere pieno per tre quarti fa sempre bene e fa morale in ottica nerazzurra, specie se le due prossime partite avranno una stessa avversaria: la Juventus, prima in campionato e poi in Coppa Italia, da affrontare con la concentrazione a mille e sicuramente senza Brozovic, sicuro squalificato nel primo caso (bisognerà vedere per Kondogbia).
La Samp torna a casa con la coda fra le gambe e il morale sotto i tacchi: la stagione si è fatta decisamente dura e impervia, e ora salvarsi diventa il must da seguire nelle prossime settimane a Bogliasco.
La squadra procede a sprazzi, Montella è come dentro a un tunnel e le vittorie che dovrebbero essere la migliore medicina stentano ad arrivare. Ora due sfide fondamentali: Frosinone e Verona per invertire la rotta e tirarsi fuori dal pantano.
Nell’altra sfida odierna, come si diceva, altro 3-1 stavolta di marca Hellas: il Verona di Delneri vince infatti l’ottavo derby della Scala in Serie A piegando il Chievo di Maran.
Primo tempo di un’intensità stratosferica da parte dell’Hellas, che gioca con foga e con rabbia agonistica senza pari: la salvezza che fino a qualche settimana fa pareva un miraggio ora infiamma il sangue della banda-Delneri.
Dominio assoluto nel primo tempo per coloro che oggi giocano in casa: il rigore che arriva al 28’ è la naturale legittimazione di tanta presenza sul campo. Spolli aggancia Toni, il numero 9 va sul dischetto, Bizzarri è bravo a respingere ma Toni è lestissimo a mettere dentro la ribattuta.
Chi pensa però che il Verona oggi possa fermarsi si sbaglia, e di grosso. Nel giro di un minuto Pazzini si divora due grandissimi occasioni, poi a sprecare è Siligardi in posizione centrale.
Nella ripresa Maran corre ai ripari togliendo Birsa per Mpoku e tornando al 4-3-1-2 di inizio gara, ma il Verona crea ancora nonostante qualche sussulto clivense. Al 12’ infatti l’Hellas raddoppia: Marrone riparte e mette in corsa Fares, palla a Pazzini e tiro deviato da Cacciatore che batte Bizzarri; è il 2-0 che esalta Delneri.
Il Chievo sembra alle corde, ma poi l’arbitro Guida vede un presunto abbraccio in area fra Moras e Inglese, indicando il dischetto ed espellendo addirittura il difensore greco; Pellissier trasforma e l’undici di Maran riapre il match.
Ma non ne approfitta: poco dopo pure Spolli si fa cacciare, stavolta per doppia ammonizione, e ristabilisce la parità numerica. A questo punto la partita, già di per sé folle e intensa, scoppia del tutto: il Chievo ci prova e spinge con coraggio ma senza raziocinio, il Verona invece si affida alle ripartenze e suggella il match con un gol da applausi da Ionita al 5’ di recupero, sinistro da fuori all’incrocio. Moras scoppia in lacrime, l’Hellas va in delirio e ora torna benedettamente a sperare nel miracolo-salvezza.