Lemina Atalanta-Juventus Serie A
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Serie A, 28ᴬ: la Juve non si ferma più; Milan addio Champions

Juve incorreggibile: in casa dell’Atalanta arriva la 17esima vittoria post-Sassuolo; proprio i neroverdi affossano il Milan. Vittorie vitali per Genoa e Frosinone.

I campioni d’Italia si confermano squadra dalle risorse indescrivibili: non solo Buffon non prende gol da 9 partite ormai (836’ da imbattuto, record juventino eguagliato: un’eternità) e la difesa conferma di essere di acciaio inossidabile (nonostante le grandinate prese in faccia mercoledì a San Siro con l’Inter, quando comunque la qualificazione alla finale di Coppa Italia è arrivata per il rotto della cuffia), ma dalla difesa continuano ad arrivare i gol pesanti.

Nelle ultime due partite fra Serie A e Coppa Italia ci ha pensato Bonucci – due gol all’Inter di capitale importanza; oggi a sbloccarla è stato invece il Muro Barzagli, due gol in bianconero entrambi rifilati all’Atalanta, lesto a capitalizzare sotto porta una sponda del sempre più prezioso Mandžukić su calcio d’angolo.

Nel mezzo, la solita prova di forza incredibile della squadra di Allegri: partita giocata senza sussulti particolari, ma con la ormai proverbiale armonia di gruppo che dà gloria anche a due abituati al lavoro sporco.

Non solo Barzagli, infatti: trova il bersaglio grosso, dopo una giocata sopraffina, anche Mario Lemina: paso doble, doppio dribbling e puntata di esterno destro a colpire Sportiello: un concentrato di tecnica e velocità pescato dalla panchina (Allegri sempre più guru dei cambi) e che soprattutto dà alla Signora la certezza di essere di nuovo davanti al Napoli per un’altra settimana.

L’Atalanta invece resta il palo: uno dei peggiori attacchi della Serie A con 26 gol, da 13 match senza vittorie, ora la Dea bergamasca deve guardarsi le spalle come tutto il resto delle contendenti alla salvezza (discorso su cui si tornerà fra poco).

Prima infatti c’è da parlare della débâcle del Milan: i rossoneri di Mihajlovic cadono al Mapei Stadium contro il Sassuolo ammazzagrandi dopo 9 risultati utili consecutivi e a questo punto dicono addio alla Champions League.

Ci pensano Duncan nel primo tempo e Sansone (quello che aveva già castigato Napoli e Juve in casa…) nella ripresa, con due gol bellissimi, a far venire i sorci verdi al Diavolo, che con un Galliani rabbuiato in tribuna vede sfilare via il treno per la Coppa più importante.

Il Sassuolo di Di Francesco si conferma invece sempre più settimo e insidia ora proprio i rossoneri per un piazzamento in Europa League: mica male, per la squadra del patron Squinzi – che in tribuna se la godeva, ma col cuore a metà vista la sua simpatia per i rossoneri…

Si diceva dell’affaire-salvezza. La faccenda si fa ben complicata, dopo i risultati odierni: a parte lo 0-0 di Bologna-Carpi – con la squadra di Donadoni che spreca l’inverosimile e non fa il salto decisivo in avanti per un posto al sole in Europa – sono da registrare le vittorie preziosissime del Genoa e soprattutto del Frosinone.

Il Grifone piega 1-0 l’Empoli a Marassi: quarto k.o. di fila per i toscani di Giampaolo – senza mezza difesa, ma non può essere un’attenuante a lungo termine; i rossoblù invece ringraziano Rigoni (l’ex Palermo, non quello clivense a segno ieri al San Paolo…) e vincono la seconda di fila al Ferraris e ora rifiatano.

Vince e convince sempre di più il Frosinone: la banda Stellone fa valere il fattore Matusa e stende 2-0 l’Udinese con gli acuti del solito Daniel Ciofani – bomber che meriterebbe ben più attenzione mediatica – e l’incornata del sempre incisivo Leonardo Blanchard.

Con la vittoria dei ciociari la storia per la salvezza è davvero un romanzo thriller: volendo inglobare anche il Torino (oggi 1-1 casalingo con la Lazio, con lo spreco di Immobile su rigore dopo il vantaggio del Gallo Belotti e il penalty, questo sì trasformato da Biglia), ci sono ben 9 squadre in 7 punti.

Nessuno, a parte il Carpi a 22 e il Verona a 18, può dirsi spacciato; nessuno però al contempo può dichiararsi salvo a prescindere.

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