Il Benfica sbanca San Pietroburgo, nel primo degli ottavi di Champions di oggi: i lusitani fanno i cosacchi alla Gazprom Arena, vincono in rimonta 1-2 e vanno ai quarti.
Missione compiuta per la quarta volta su quattro per le Aquile di Lisbona, mentre per lo Zenit è il terzo tentativo fallito: nel 2012 fu lo stesso Benfica a estrometterli; nel 2014 il Dortmund. La storia insomma per la squadra di San Pietroburgo si ripete.
E lo fa dopo un primo tempo alla pari, senza eccessive emozioni, se non un paio di buone occasioni da una parte e dall’altra. Molto meglio, molto più spumeggiante la ripresa, quando Hulk e compagni decidono di alzare il baricentro e di alzare il tutto per tutto.
Russi scatenati nella prima parte della ripresa, con il subentrato Smolkinov che fallisce un gol clamoroso a pochi passi dalla porta su assist del forte brasiliano e con Dyzuba che manda la palla di poco sopra la traversa.
Al 69’ però arriva la capocciata vincente di Hulk, su ottima assistenza di Zhirkov. È un vantaggio meritato ma che lo Zenit non capitalizza al meglio, finendo per rimanere spompato e colpito a freddo dall’orgoglio portoghese.
Il Benfica, privo di ben 5 titolarissimi, getta il cuore oltre l’ostacolo – e il freddo polare – ed esce alla distanza. Al 72′ il portiere russo Lodyghin salva lo Zenit dal tiro di Lindelof, ma all’85′ non può nulla su Gaitan che insacca da solo a porta vuota.
I russi sentono forte il colpo e abbassano lo sguardo; al 96’ c’è tempo per vedere la rimonta del Benfica completarsi con la rete di Talisca.
Villas-Boas, che già da tempo ha annunciato il suo addio allo Zenit a fine stagione, saluta l’Europa senza gloria; e ora la squadra russa messa male in campionato rischia pure di non qualificarsi per la Champions.
Al Benfica invece va molto meglio: i rossi di Rui Vitoria sono primi in campionato, e con i quarti di Coppa in tasca il finale di stagione promette bene.