Due successi delle grandi chiudono la 29ᴬ di Serie A: il Napoli batte di misura il Palermo col 27° gol di Higuain; la Lazio si sveglia con Miro Klose e fa fuori 2-0 la sempre più precaria Atalanta.
A Sarri basta dunque l’ennesima rete del Pipita per rovinare l’esordio di Walter Novellino sulla panchina rosanero e continuare il sogno chiamato scudetto: l’argentino firma il rigore decisivo al Barbera (fallo assai dubbio di Pezzella su Albiol) eguaglia il suo record personale in Liga e suona la carica.
Il Napoli va in vantaggio nel primo tempo e poi si limita a controllare, sentendo i brividi solo su un tiro di Vazquez ben deviato da Reina in angolo. Per il resto normale amministrazione nella ripresa, col raddoppio sfiorato in più di un’occasione.
D’altronde la differenza tecnica e di tenuta psicologica fra azzurri e rosanero era troppo grande per essere colmata: gli stessi siciliani, dopo il cambio di guida tecnica, non sono attualmente nelle migliori condizioni per risalire immediatamente la china. Novellino lavorerà su questo già da domani, anche perché la zona pericolosa è tutt’altro che lontana.
Questo Napoli invece è ancora vivo, ricaccia indietro la Roma che lo insidia per il 2° posto e risponde alla Juve rimanendo a +3: la lotta è ancora lunga.
Torna a vincere dal canto suo dopo un lungo digiuno la Lazio di Stefano Pioli: i biancocelesti piegano 2-0 un’Atalanta coriacea e finalmente consolidano l’ottavo posto dopo gli ultimi risultati deludenti. I bergamaschi di Reja continuano la loro astinenza da vittorie e iniziano a sentire il brulicare della zona bollente della classifica.
Risultato un po’ bugiardo, in verità, deciso solamente nella ripresa dalla doppietta di Miro Klose (che non segnava praticamente dalla scorsa stagione).
Primo tempo parecchio brutto, con due sole emozioni tutte di marca atalantina: prima il palo di D’Alessandro poi una parata di Marchetti sul Papu Gomez hanno confermato la scarsa vena realizzativa dei bergamaschi (secondo peggior attacco della Serie A con appena 25 reti fatte).
La Lazio regge all’urto nerazzurro e alla fine esce fuori col carattere delle grandi occasioni: ci pensa il panzer tedesco a ridare senso alla serata biancoceleste e a regalare ai suoi una vittoria che mancava da un mese (il 5-2 al Verona dell’11 febbraio), permettendo loro di consolidare l’ottavo posto, strizzando l’occhio all’Europa League.
Atalanta sempre più relegata in basso: l’ultima vittoria risale addirittura al 2015 (15ᴬ, 3-0 al Palermo del 6 dicembre), la squadra è davvero diventata anemica all’improvviso e non si intravede neppure un dopo-Denis, nonostante l’arrivo di Borriello e Diamanti. Profondo nerazzurro a Bergamo insomma.