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Doping, Efimova come Sharapova: positiva al meldonium

Ci risiamo: l’ennesimo scandalo di doping scuote lo sport russo. Ancora una campionessa finisce nella rete dell’Agenzia Mondiale Antidoping e ancora una volta la sostanza incriminata è il famigerato meldonium, il farmaco con funzione di “coprente” assunto da molti atleti del Paese dell’Est Europa e divenuto illecito a partire dal 1 gennaio 2016.

Dopo Maria Sharapova – che ha ricevuto solidarietà da tanti, ma la cui innocenza appare fortemente in bilico – è la volta di Yulia Efimova, campionessa mondiale in carica dei 100 rana e capace di conquistare in carriera quattro titoli iridati. L’atleta fu già coinvolta in passato in casi di doping: era il 2013, infatti, e allora le analisi riscontrarono tracce di steroidi, a causa dei quali le fu inflitta una squalifica di sedici mesi.

Tornò in gara proprio nell’edizione casalinga della rassegna iridata della scorsa estate, a Kazan, dove, proprio in virtù del suo poco trasparente passato, fu travolta dalle polemiche dopo la medaglia d’oro conquistata a danno della lituana Ruta Meilutyte. La stessa nuotatrice baltica, poi argento, non nascose il proprio dispiacere, mentre in casa nostra fu il veterano della spedizione Filippo Magnini a tuonare chiedendo pene severe, in quanto “prendere una squalifica doping è come per me prendere una multa per sosta vietata a Verona. Paghi ed è tutto normale”. 

Lo stesso nuotatore pesarese scrive stamane sul proprio profilo twitter un eloquente “Che schifo che schifo che schifo. Facciamo ancora finta di niente?”, mentre il suo collega Luca Dotto non le manda certo a dire e chiede a gran voce l’esclusione della Russia dalle Olimpiadi. Gli interrogativi sono molti, ma è ben evidente come lo sport russo – dall’atletica al pattinaggio, dal tennis al nuoto – veda sempre più minata la sua posizione: il rischio di dover saltare Rio 2016 è davvero più che una semplice minaccia.

In attesa di comunicati ufficiali da parte della Wada, intanto, è la Fina a comunicare alla Federazione Russa la sospensione temporanea dell’atleta da ogni competizione. La recidività, se confermata, la porterà verosimilmente ad una squalifica a vita.

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2 comments

  1. I nostri (piuttosto mediocri) nuotatori, così come i tanti che parlano a sproposito, farebbero meglio a informarsi. Il meldonium non è uno steroide anabolizzante, è un farmaco per l’angina pectoris prodotto e distribuito principalmente nei paesi dell’est Europa e regolarmente prescritto e legale in Russia. Ha presunti effetti indiretti sulla prestazione sportiva, solo di recente è stato preso di mira dall’Agenzia Antidoping, prima chissà quanti ne facevano uso. Ci sono un’infinità di farmaci e sostanze e combinazioni potenzialmente utili ai fini della prestazione, persino medicinali da banco per l’indigestione. Ennesimo tassello della vile campagna antirussa promossa dai soliti noti. Chissà come mai su gente come l’americana Ledecky, dall’aspetto e dalle prestazioni chiaramente ‘anabolizzati’ non spunta mai niente. Pagliacciate.

  2. Andrea Fragasso

    Gentile lettore, grazie per la sua opinione. La invitiamo, però, a leggere meglio l’articolo perché non è stato scritto che il meldonium è uno steroide anabolizzante – è stato definito “farmaco coprente” – ma si parla di steroidi solo relativamente alla prima positività riscontrata alla Efimova. Certamente concordiamo sul fatto che esistano molti medicinali da banco, la cui assunzione è lecita, in grado di migliorare le prestazioni. Sulle performance di altri atleti come la citata Ledecky, beh, non spetta al sottoscritto dare sentenze in mancanza di prove.

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