Ventuno anni dopo il successo di Laurent Jalabert, torna ad esultare il pubblico francese alla Milano-Sanremo: a portare a casa la Classica di Primavera 2016 è Arnaud Démare, che batte in volata il britannico Ben Swift ed il belga Jurgen Roelandts. Ancora a secco l’Italia: miglior azzurro è Filippo Pozzato, ottavo.
Alle ore 10.06, sotto un sole splendente, parte la 107^ edizione della Classica di Primavera. Dopo dieci chilometri, via alla fuga, composta da 11 atleti: Gediminas Bagdonas (Ag2r La Mondiale), Serghei Tvetcov (Androni Sidermec), Mirco Maestri (Bardiani CSF), Jan Barta (Bora Argon 18), Adrian Hurek (CCC Sprandi Polkowice), Roger Kluge (IAM Cycling), Matteo Bono (Lampre Merida), Samuele Conti (Southeast Venezuela), Maarten Tjallingii (LottoNL Jumbo), Andrea Peron (Team Novo Nordisk) e Marco Coledan (Trek Segafredo).
Il vantaggio acquisito dai battistrada cresce rapidamente, fino a toccare i dieci minuti: a questo punto sono Tinkoff e Katusha e mettere un paio di uomini ciascuno in testa al gruppo per controllare la situazione. Alle ore 11.30 la direzione di corsa rende noto di una frana in località Arenzano, sulla strada Aurelia: i corridori dovranno affrontare un tratto di 9 chilometri in autostrada, facendo lievitare il chilometraggio complessivo a 298 km. Nulla cambia nelle strategie complessive dei vari team.
Sul Passo del Turchino, il gap tra testa della corsa e plotone cala e si assesta attorno ai 5 minuti, ma sono come di consueto i tre Capi (Mele, Cervo, Berta) a far da spartiacque alla gara: da questo momento si comincia a far sul serio e iniziano, difatti, a scalare posizioni gli uomini di Movistar ed Astana, intenzionati a far corsa dura per mettere alle corde gli uomini veloci.
Una serie di cadute coinvolge il gruppo prima dell’imbocco della Cipressa: ne fanno le spese, tra gli altri, Michael Matthews (Orica-GreenEDGE) e Daniele Bennati (Tinkoff), che poi riescono a rientrare. In salita, poi, subito forcing Astana, con Valerio Agnoli primo uomo del team kazako a mettere in fila il plotone e a porre fine alla fuga iniziale, protrattasi per oltre duecentocinquanta chilometri. Mentre Diego Ulissi (Lampre-Merida) deve fare i conti con la sfortuna e, a causa di un problema meccanico, deve lasciarsi sfilare, c’è chi, come Mark Cavendish (Dimension Data) perde contatto per via di una condizione non eccelsa.
Il primo vero attacco lo porta a segno Giovanni Visconti (Movistar), che si trascina a ruota Ian Stannard (Team Sky): i due in discesa vengono raggiunti da Matteo Montaguti (Ag2R La Mondiale), Daniel Oss (Bmc) e Fabio Sabatini (Etixx-Quick Step). La corsa subisce, quindi una decisa accelerazione, ma non, come ci si attendeva, la definitiva esplosione, almeno in attesa dell’ultima asperità, il Poggio.
Qui il gruppo torna compatto, ma per poche centinaia di metri: prima Andrea Fedi (Southeast-Venezuela), poi Tony Gallopin (Lotto Soudal) e Michal Kwiatkowski (Team Sky) provano a scardinare le resistenze degli avversari. Non hanno fortuna i primi due, mentre il polacco guadagna pochi secondi e prosegue in solitaria: in discesa si porta subito in testa Vincenzo Nibali (Astana) per tentare l’aggancio, controllato, però, da Fabian Cancellara (Trek-Segafredo) e Peter Sagan (Tinkoff). Rilancia più volte, Nibali, chiuso ripetutamente da chi è sulla sua ruota.
Ripreso l’ex iridato, Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) e Zdenek Stybar (Etixx-Quick Step) provano l’ultimo disperato tentativo di evitare la volata di un gruppo ancora piuttosto nutrito. Ai meno 500 metri Fernando Gaviria (Etixx-Quick Step), nelle prime posizioni, cade, mettendo fuori gioco anche Peter Sagan. E allo sprint a prevalere è Arnaud Démare (FDJ), che riesce a mettere la sua ruota davanti a quella di Ben Swift (Team Sky) e Jurgen Roelandts (Lotto Soudal). Si tratta della prima monumento vinta da un francese dal Lombardia 1997 centrato da Jalabert, ultimo transalpino a trionfare anche nella Città dei Fiori.
“Sono ancora sconvolto, non credo a quel che ho fatto” – sono le prime parole pronunciate dall’incredulo vincitore – Sono sorpreso, la Milano-Sanremo è una cosa troppo grande per me, sono davvero molto felice”.
Quarta posizione per uno sfortunato Nacer Bouhanni (Cofidis), costretto a fare i conti con un salto di catena negli ultimi metri e con il successo finale del suo non amatissimo connazionale. Ottavo posto per il primo italiano in classifica, Filippo Pozzato (Southeast-Venezuela), ultimo azzurro a portarsela a casa dieci anni fa. Nona e decima posizione per Sonny Colbrelli (Bardiani-Csf) e Matteo Trentin.
Ordine d’arrivo:
1. Arnaud Démare (FDJ)
2. Ben Swift (Team Sky)
3. Jürgen Roelandts (Lotto-Soudal)
4. Nacer Bouhanni (Cofidis)
5. Greg Van Avermaet (BMC)
6. Alexander Kristoff (Katusha)
7. Heinrich Haussler (IAM)
8. Filippo Pozzato (Southeast-Venezuela)
9. Sonny Colbrelli (Bardiani-CSF)
10. Matteo Trentin (Etixx-Quick Step)