Nel Principato di Monaco ritorna a sorridere Rafael Nadal. Il mancino di Manacor risorge dopo un anno da incubo, certamente il peggiore della sua folgorante carriera, conquistando il Monte-Carlo Rolex Masters per la nona volta in carriera.
È proprio vero che non bisogna mai dare per morti i campioni: se tali sono, quando meno te l’aspetti sono pronti a tornare alla ribalta. E così ha fatto lo spagnolo che, tornato a giocare sulla sua amata terra rossa, partita dopo partita è sembrato sempre più a suo agio, trovando fiducia in se stesso e nei suoi mezzi.
Dopo la netta vittoria su Stanislas Wawrinka ai quarti e quella altrettanto convincente contro Andy Murray in semifinale, ecco il successo che gli consegna il Masters 1000 numero 28 in carriera (di nuovo eguagliato Novak Djokovic due settimane dopo Miami): è Gael Monfils a capitolare in finale, col punteggio di 75 57 60 dopo quasi tre ore di gioco.
Una bella finale, quella a cui hanno assistito gli spettatori del Country-Club della città monegasca: equilibrati i primi due set, contraddistinti dal solido gioco dello spagnolo e dagli istrionici colpi del francese; poi, nel terzo e decisivo parziale, è monologo Rafa, che non lascia neppure un game all’avversario e può così esultare per la conquista di un torneo di primo piano.
Ma non ha nulla da rimproverarsi, lo sconfitto: nonostante abbia perso la terza finale in un 1000 su altrettante disputate, gli va dato onore di aver ritrovato il suo spettacolare tennis, che si spera potrà riportarlo nell’elite del circuito dove meriterebbe di stare, se la sua costanza glielo permettesse.
Queste le parole del vincitore, al torneo numero 48 sul rosso, ad una sola distanza dal record assoluto appartenente all’argentino Guillermo Vilas: “Questo è sempre stato un posto speciale per me […] Sono davvero contento, visto che l’ultimo periodo è stato un po’ complicato”. È il titolo numero 68 in carriera, il primo dallo scorso luglio, quando batté Fabio Fognini nella finale di Amburgo.