Fiorentina-Juventus esultanza bianconeri
Fiorentina-Juventus esultanza bianconeri

Juventus, la 5toria è tutta tua/2: il film di una stagione straordinaria

Può una squadra risorgere dalle proprie ceneri e vincere, follemente, il quinto scudetto consecutivo, scontato solo all’inizio ma ancor più straordinario per tutte le difficoltà? Sì, se si chiama Juventus. I bianconeri entrano nella storia del calcio italiano. E lo fanno al termine di una stagione irripetibile.

Era dagli anni ’30 che la Signora non vinceva cinque scudetti consecutivi. Ora la storia si è ripetuta: certificata da un dominio assoluto, sancito anche nella stagione iniziata nel modo più difficile, con una rifondazione che pareva impossibile e che invece ha dato il suo frutto più grande a furia di sacrificio, carattere e voglia di vincere. Sempre e comunque, contro tutto e tutti.

Tutto ha inizio con quel Juve-Udinese 0-1 del 23 agosto: il gol di Thereau gela lo Stadium e si cominciano a sentire i primi terribili scricchiolii. La squadra di Allegri paga all’inizio gli addii di Tevez, Vidal e Pirlo, che sembrano attenuanti; poi però le cose peggiorano.

La sconfitta dell’Olimpico con la Roma sottolinea che qualcosa non va; poi arrivano i due pari interni contro Chievo e Frosinone (clamoroso quest’ultimo) e la sconfitta al San Paolo col Napoli. Lo scudetto sembra compromesso, soprattutto dopo la sconfitta col Sassuolo del 28 ottobre: la Juve è a 12 punti dopo 10 giornate, il disastro è dietro l’angolo.

Ma dopo la débâcle di Reggio Emilia ecco che arriva la svolta: Buffon ed Evra scuotono la squadra, il capitano tuona duro: «Alla mia età non mi va più di fare figure da pellegrini». I nuovi sono avvertiti: basta figuracce, la Juve resta la Juve.

Sassuolo è lo schiaffo che rianima il gigante bianconero: proprio come la clamorosa rimonta 4-2 contro la Fiorentina nel 2013 la Juventus capisce che è il momento di tornare a fare la Juventus, e da quel momento in poi non sbaglia più un colpo.

La vittoria nel derby col Torino è un segnale: quel gol di Cuadrado all’ultimo secondo suona come un segnale troppo grande per non poter essere ascoltato. Più di qualcosa cambia allora da quella sera. Da quel momento la Juventus vince senza più fermarsi.

Allo Stadium i bianconeri sbriciolano tutte le grandi, che credevano di poter approfittare della loro caduta per potersi spartire il campionato: cade il Milan, 1-0 con la rete di Dybala, cade 3-1 la Fiorentina (Cuadrado, Mandzukic, Dybala), la Roma (ancora Dybala) e soprattutto il Napoli, con la saettata di Zaza che il 13 febbraio ribalta tutto il discorso-scudetto, rimette la Signora avanti a tutta la carretta e gli azzurri dietro a inseguire.

I partenopei non si riprendono più: come fare, d’altronde, al cospetto di un’Armata bianconera che vince sempre e non molla di un centimetro? C’è una mezza pausa solo a Bologna – uno 0-0 che fa notizia – poi la Juventus riprende a trionfare, asfaltando allo Stadium l’Inter e ribaltando tutto anche in trasferta con Torino, Milan e Fiorentina.

Oggi il quinto scudetto consecutivo è diventato matematico. La Juventus se l’è dovuto sudare, e non poco: dimostrando però che il sacrificio, alla fine, paga sempre.

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