Coreografia Frosinone-Sassuolo Serie A

Frosinone, il Leone torna in B ma nessuno è sconfitto: solo un A-rrivederci

È stato il verdetto ufficiale più importante della penultima giornata di Serie A: il Frosinone torna in Serie B dopo appena un anno. La matricola ciociara retrocede a una sola giornata dal termine, ma lo fa con tanto, tanto onore. E con la voglia di tornare presto ai piani alti.

Il gol di Politano a cinque minuti dalla fine ha condannato aritmeticamente i gialloblù di Stellone, arrivati in A lo scorso anno dopo una stagione stupenda. La differenza in campo però fra il Sassuolo dei miracoli di Di Francesco, così vicino all’Europa League, e i laziali al primo anno di massima serie non si è affatto vista. Anzi.

È stato proprio il Frosinone, già praticamente condannato dopo le ultime tre partite, a sfiorare il colpaccio grosso, rinviando di 90’ e agli ultimi novanta minuti del campionato la resa definitiva dopo un campionato comunque onorevole.

Ancora una volta però ai ragazzi di Stellone è mancata la fortuna buona: i pali di Kragl e di Daniel Ciofani lo testimoniano. Come già contro l’Inter al Matusa qualche domenica fa, i ciociari hanno sbattuto contro i legni in una gara in cui avrebbero migliorato senz’altro di più.

Tanti, i punti persi per strada da Frara e compagni: tre quarti della squadra era alla prima stagione nel massimo campionato, alcuni in Italia c’erano appena arrivati pronti a farsi conoscere per il grande pubblico, per altri (vedi Rosi e Dionisi, ma non solo) poteva essere la giusta occasione per rilanciare una buona carriera.

Nonostante l’entusiasmo della piazza che non ha mai mollato se non alla fine, la retrocessione è arrivata, condita però da una parola ormai diventata straniera nel vocabolario del calcio italiano: l’onore.

Il Frosinone ci ha provato, nonostante il divario tecnico e il bagaglio di esperienza nettamente inferiore rispetto a tante altre compagini di Serie A. Vendendo cara la pelle, quando in tanti li condannavano già alla retrocessione verso febbraio, massimo marzo.

E invece… e invece, al primo anno di Serie A, i ciociari hanno centrato il loro primo storico punto nientepopodimeno che allo Juventus Stadium, contro quei campioni d’Italia che alla vigilia sembravano i cannibali pronti a spolpare vivi le ingenue matricole arrivate a Torino.

Una bella cartolina da visita, per il gruppo ciociaro, che certo torna in B con la difesa più battuta del torneo (72 gol incassati, praticamente il doppio dei 35 fatti) ma lo fa in grande stile, circondato dal calore dell’intero popolo gialloblù che anche ieri ha ringraziato calciatori, allenatore e presidente nonostante il ritorno in cadetteria.

Il Frosinone, innanzitutto, ha vinto lì: regalando agli addetti ai lavori un pomeriggio come se ne vedono pochi, in mezzo al nostro calcio esacerbato dall’ossessione obbligatoria della vittoria e dalla condanna senza sconti di chi sul campo è sconfitto.

«Grazie presidente, riproviamoci insieme» è stato lo striscione esposto nel finale dai tifosi canarini per ringraziare il patron Maurizio Stirpe per la splendida avventura in Serie A.

Ora, a poco servono le contestazioni dei risultati. Son stati tanti i punti persi per strada per colpa dei tanti errori arbitrali capitati contro: da ultimo, l’espulsione inspiegabile di Ajeti contro il Chievo quando il Frosinone era sullo 0-1; o il rigore “aiutato” a favore del Milan scalcinato quando, due domeniche fa, i ciociari stavano per portar via da San Siro uno scalpo preziosissimo da appendere alla cintura dei ricordi.

Tanti sono stati, occorre dirlo, i punti gettati al vento: in alcuni frangenti sono mancati agli uomini di Stellone il sangue freddo e i nervi saldi per portare a casa i tre punti.

Come col Carpi, nella sfida di marzo, quando i ciociari gettarono tutto alle ortiche dopo essere andati in vantaggio 0-1. O come col Palermo, in cui la squadra è sembrata non scendere in campo con la sua stessa, solita cattiveria.

Dettagli che alla fine fanno una stagione e contribuiscono malgrado tutto al risultato finale. Il Frosinone dunque torna in B per tutta questa, e per altre serie, di fattori.

Ma lo fa, ed è bene rimarcarlo, con grande grandissima dignità: la squadra imbocca l’ascensore per i piani bassi in uno stadio che per 90’ ha urlato e incitato e ringraziato i suoi beniamini per una stagione che comunque, da quelle parti, in tanti ricorderanno per tutta la vita come quella della prima volta in A. Quella che, nonostante tutto, non si scorda mai. E che si è pronti a rivivere presto.

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